T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-IOzlone degli uffici e dei comodi , e In fine I' incremento e il progresso del comun bene. Il perchè, oppressare I' autonomia naturale dei popoli si è rompere guerra scelleratissima alla Provvidenza, la quale a ciascuna nazione liberalmente concrsse di veder meglio che tulte le altre una sembianza· del vero e del bene eterno, e assegnò qualche proprio e nobile ascendimento su per 1' immenso scaleo della perfezione civile. Da ciò procede che l' antichità e la modernità puntualmente concordano ad anteporre ad ogni specie di nomé illustre quello di coloro, che impugnala con retto animo la spada di Matalìa, spesero il sangue, i sudori e la vi ta per purgare la terra degli avi dal contatto peslifcro degli stranieri. Da ciò procede eziandio che il tempo e la vecchiezza di tutte cose in luogo di nuocere c consumar come tarlo le memorie di quelli, le riforbisce di mano in mano e le cinge di lampi e splendori, tanto che si trasmutano in simboli e in figure ideali cd archetipc, c sono segno c subbielto alle tradizioni popolari c alle fantasie de' poeti; i quali, in tal caso segnatamente, la storia e la favola tessono insieme non già per trast•1llo, ma con intuito secreto d'una verità più alta e più vera della storia medesima. Così d' Erminio è accaduto appresso i Germani, CO$Ì di Guglielmo Tello appresso gli Svizzeri , così di Giovanna d' Areo tra Francesi, e di Giovanni da Procida tra Siciliani , e dei Cid e de' suoi cinque figliuoli tra' Castigliani. Ed io stimo medesimamente che dai nostri tardi nepoti non verrà nelle canzoni loro popolaresche taciuto il nome di CARLO ALBERTO; nè andrà egli senza onore di simboliche fi gurazioni ; chè anzi quanto più sangue e sudore costerà agli Italiani il ven!]icarsi in essere di nazione, con quanta maggiore felicità e amplitudine ripiglieranno di poi il corso delle preterite glorie e ritroveranno le orme dell'antica fortuna, altrettanto diverrà chiara e di giorno in giorno più rinnovata e ringiovanita la tragica memoria di questo principiatore eccelso della risurrezione italiana ; conciossiachè gli uomini delle cose grandis~ime ammirano sopra modo i principii e gli reputano come divini. IV. !Ifa io non vorrei, uditori, !asciarvi pensare che io vo' derivando in parte le lodi del mio personaggio dalle fonti della poesia. Chè anzi spiacemi oltre misura di non possedere parole tanto proprie e semplici insieme da mostrare la materia che tratto nella sua nuda c maestosa grandezza, fuggendo i fiori e gli stratagemmi della rettorica . Pericle pregato dagli Ateniesi di dir le lodi solenni e pubbliche dei cittadini morti nel primo anno della guerra peloponesiaca , usò d'un artific!o notato dai buoni maestri dell' eloquenza ; e ciò fu lo spaziarsi da prtma con larga e splendente orazione nelle lodi d'Atene e della repubblica, descrivere i pregi, dinumerarne i gran capilani, nar rarne

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