T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-ti - i gesti più chiari , espor la sapienza delle leggi , i miracoli dell ' arti e dei monumenti ; poi con subito trapasso e non aspettato conchiudere : per sl fatta città e repubblica, per sl glor iosa cittadinanza sono combattendo cadu li e morti costoro. Convenientissima cosa a mc pur sarebbe, o Genovesi , il misurare dalle grandezze, come dalle sciagure estr.eme d' Italia , la nobiltà e grandezza dci fini, dell ' ardimento e dei benefi ci di C.-1- RLO ALDF.RTO. A me pure, dove il subbietto chiedesse ornament i ed amplificazioni , bello sarebbe stato entrar nelle lodi cl' Italia c concludere dicendo: per questa r,atria comune, la più gloriosa fra tutte come altrest la più sventurata ; per questa madre onoranda della civiltà dell ' intero Occidente ; per l' llalia due ' 'ollc dominatrice del mondo c legislatrice; per .Ja culla sublime dc' più sacri ingegni che la stirpe umana abbiano mai decorato ; per gli eredi del nome latino e della magnitudine vera e pur non credibi le del romano impero , è insorto, ha combattuto , ha sofferto, è dal trono disceso, ha la vita in travagli e angoscie trapassata e chiusa l' Eroe che qui celebriamo. l\fa non sono ben degne di CARLO ALBERTO le lodi che a molti si possono accomunare. Assai gli basta (c vel proverò) ciò che ha di singolare e di proprio; e vi giuro con sincerissima lingua che io il miro collocato. in una cima di gloria , ove abita solo. E per r ispetto all' Italia, polrebbesi egli tacere ciò che il ùislingue veracemente fra tutti, e che forse non lutti hanno a dovere considerato? Io vel dirò mollo in breve. Antichissima è certo la gentilezza di nostra patria e comparsa adulla e matura fra gli uomini infinito tempo prima di quella delle moderne nazioni; imperocchè poco meno di trenta secoli di civiltà ricorda c narra giù ]Jer continuo la storia italiana. In tanto corso adunque di tempi e di avvenimenti egli è da cercare a quanti principi e capi tani (che degli uni e degli altri è innumerevole copia) ha gradito di sguainare il ferro e pericolarsi a morte per salvare e redimere la patria nostra comune. A quanti ? Dio immortale ! a nessuno. Ricorderemo noi forse gl' imperatori tedeschi , che fa cendo d' Italia un feudo alemanno assumevano come per isrhcrno il titolo di romani e di augusti ? O per lo contrario r icorderemo gli autori e conducitori della Lega Lombarda ? Ahi lombarda l' appell arono con ragione e non italiana , dacchè tanta parte d'Ital ia ne venne esclusa. Gran diceria si fa (e torna utile che si faccia) del proposito fermo e virile che dicesi avesse Giulio secondo di smorbare l' Italia dai barbari . Pienamente voglio credere all' alto c animoso disegno, non malagevole ad effettuarsi in quel tempo dai papi quasichè onnipotenti. l\fa mentre il fatto non ha provato la YCrità di quel desiderio, bene col fatto si prova che da vcrun altro ricevè Carlo VIII impulsi più vivi e fieri per iscendere alla conquista di Napoli , da veruno gli fu rono più raccorci gl' indugi, c meglio acchetal i e r imossi i dubhi, e vinte le esi tazioni quanto da esso Giulio, aIlor Cardinale; e certo, divenuto Pontefice , non incomincia"a egli da Luon italiano la impresa italiana collegando seco francesi

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