T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-HXVI Apostata antica, sfregiando i fratelli , Potrà qualche turpe pt'ogenie d'imbelli Baciar la catena del uovo servir. Ma dietro quei terghi tapini e sow.messi S' asconde una cheta famiglia d'oppressi Terribili ammende parata a compir. XVII Sementa, se cade sovr' ispide lande, La bruciano i soli. Se in pietra si spande, Levata è repente dei turbini in sen. Ma quando nell' urna de'solchi s'induce, Fermenta, si rompe, germoglia, produc.e, Poi muscolo e sangue di forli divien. XV111 Talvolta, seguendo suo tristo destino, S' addorme, o di eianee tormen~a il vicino, Fermata la stiva, l'incauto arator. Ma quando s' accorge, sul far della notte, Che furon sì scarse le zolle che•ha rotte, Pentito sull'alba raddoppia il sudor. XIX Per ospiti climi, per lustre selvagge, Ci ha sparsi l' esiglio su tutte le spiagge, Ci ha tolto la mensa, la casa, il poder. Mal noti a noi stessi, di boria cresciuti, Nell'ora del l>ianto ci siam conosciuti, Purgato è dai sogni l'illuso pensier. xx L' avara promessa di genti straniere Non era che il patto del vile usuriere, Che studia l'evento per meglio trad.ir. L'evento ha chiarito l'iniqua parola. La misera Italia dee vincer da sola, O il capo nel manto celarsi e morir. XXI Ma ardente è di fede, ricinto è d'acciari L' altar che è levato tra l'Alpe e i due mari ; Lo attornian tre mesti, ma santi color. Velata Gioele, si prostra, adorando, La t~cita Italia. Col pugno sul brando, La guata pensoso l' estranio Signor.

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