T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-30Di quest' arte eccelsa c terribile di provvidenza vedemmo essere gran testimonio il giusto che <JUi piangiamo ; Egli a tanto dolore e jatlura si mssegnò con pio e modesto silenzio. g ciò nondimeno, diviso com'era da ogni speranza e sprovved uto d'ogni potere c d' ogni r icchezza , volle pur di lontano e insino agli estremi spiriti proseguir sempre a giovare l' Italia in qualunque allo e discorso, siccome colui che avea deliberalo di lasciar dietro sè ogni cosa, salvo la perfetta bontà e ~tnmdezza dell ' animo esulanti con lui, c per efficacia delle quali c?.ia,ndio nell ' umiltà e solitudine del suo romitaggio ei porgcya rscmpi c proferiva parole da regislrarle la stor ia e rlpeterlc i nostri nepoli . A iui nessuna nuova sciagura della patr ia era rimasta celata. Sapeva le stragi di Brescia e la caduta dei Sicil iani ; quella dci Veneli presentiva. Sapea Toscana invasa, Roma collegarsi con Vicnna in intima lega c amistà; la Russia schiacciar l' Ungheria ; Francia c Inghilterra riman~ r sene spettatr ici ; in Alcmagna quel desiderio spasimante di libertà e d' unione confe.derativa venirsi agghiacciando ; sì gran tempesta di animi, s\ gran turbinio di casi somigliare un esercito d'api azwiTalo, il quale da pochi grani di sahbia !andativi dentro s' acqucta P discioglie. Cresceva amarezza e cordoglio :~eu tissi/no all' abbandonato Ile oguuna di esse svenll.lre o prevista o saputa ; ma con tutt o questo (giova pur rcplirarlo) la fede di lui nel trionfo del buon tlirit lO C nella libertà e indillCndcnza d' Italia, uguale a Sè stessa e indecli nabile si rimaneva , e quale fu In trono, tale durava in esigilo, quale sotto le prime percosse, tale si mostrava sotto le ultime c irreparabili dell ' infortunio. ConciossiadJè ella ardeva nel petto suo nudrita e difesa dalla virtù, come fi accola di santuario perennemente custodita cd alimentala, e che i venti e le procclle di fuori nè crollano nè oscurano. Con ciò insegnando a noi tutti e all 'età incredula H fiacca che Il buon cittadino può d'ogni cosa vivere in dubbio e in paura, non delle speranze però fondate nella giustizia e nel diritto, non della sapienza altissima che creò da principio le leggi e gli ordini eterni del mondo civile, c giurò nel profondo consiglio suo la salute delle nazioni. Tale trovarono CARLO ALBERTO i messaggi del parlamento, e tali sensi e non altri giammai racchiudevano le sue risposte c i suoi caldi c ingenui colloqui, nessun d.ei qu:~li menava egli a fino sema molto rnmmaricarsi c compiangere le nuove conculcazioni e gli strazi della dol ce patria perdnta. Quanto a sè c alle avversità proprie, al grande scopo fall itogli, al deposto diadema, all ' acerbità dell' esigilo, ai sostenuti travagli, alle immedicabili infermi tà, al poco avanzo di vita, nessun lamento giammai e nessuna stanchezza, come fossero sacrilìd appena uguali al suo llebito, od accidenti <li nulla importanza 'Verso la causa comune e perpetua d' Ilalia. Degli sconoscenli e calunniatori, <li tanti che lo schernirono, e ne abu sarono l' amicizia e la fede, si risentiva s\ poco che pareva neppur saperll e neppur ricordarli . Ma rispetto al trasmodare del partiti, ai lor soppialti maneggi, alle fo-

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