T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-28primi magistrali delle !or patrie. Credesse ciò a lui sopra lutti , il quale avea scorta la differenza che passa tra l'affezione de' cortigiani e quella dei popoli , e quanto sia generoso e soave regnare più assai come ci ttadino fra uguali, che come signore fra sudditi. Del r imanente, si ricordasse ogni dì, ripensassP- ogni ora, c ogni istante dove fosse nato e da cui. Queste cose ei diceva risoluto c tranquillo. mentre d'ogni intorno non era che pianto e costernazione. XVI. Oh ! quanto è vero che gli alli umani ti rano ogn i pregio c decoro tla· entro sè, e niuna cosa li può far grandi e memorevoli eccetto ht virtù. Di molti principi segna c mem.iona la storia la rinunciazione al trono, e in 11uesto scrolo massimamente , alle corone poco grazibso e benigno. Ma radissime volte all ' atto è seguitata la commendazione e la grati tudi ne, perchè mosso da ragioni o non lutto virtuose o poco o nulla spontanee. A Carlo X, a Luigi Filippo, a Ferdinando austriaco (per tacere {l'altri) diè legge la necessità c non l'elezione. In passato, non furonO' ingiustamente a Cristina di Svezia cantate lodi superlative da tutti i poeti d'Europa; ma infine, che fece ella se non posporre il trono all'apostasia, e ofi'rirsi poi a spettacolo a tutte le corti e non si privando d'alcuna pompa e d' alcuna regia delizia? Certo, volenterosi abdicarono Diocleziano, Carlo V e Carlo Emanuele di Savoia; ma come dell' alta ricusazione si pentissero poi e si arrovellassero il primo ed il terzo a nessuno è celato. Carlo V il glorioso fatto guastò con la boria e l'ostentazione, e continuando a voler governare <lalla sua cella liell' Escurial~. troppo ancora sens itivo alle umane grancl igie, bcnchè facessesi vivo distendere in sulla bara e celebrare il mortorio. Il deporre invece c~e fa lo scettro Re CAn LO ALBERTO, ol tre all'essere volent~,roso afi'atto e spontaneo, ha per cagione immediata la intenzione sincera del bene, vien fatto con semplicità e modestia non ostanli mille contrarie preghiere e persuasioni, e quando a lu i è cresciuto sopra misura l'amore' la venerazione e l' obbedienza dei popoli. Egli non iscamhia la reggia e il monarcale paludamertto con la pover~à superba e affettata d' una cella e d' una cocolla; ma perchè l'alto animo suo si mostri aperto ed intero qual è, e il frutto che spera dell 'abdicazione non sia dimezzato, danna. sè stesso a perpetuo esiglio, la consorte, i figliuoli (degni tanto di lui), le paleme case, gli amici d' infanzia, la sua Torino abbandona, e non soO're che il seguano nel remoto ritiro non che I' apparato orgoglioso, ma gli agi e le commodezze del trono. In quella notte medesima, preso commiato da tutti c ognun ringraziando atrettuosamente, con due soli famigli, così stanco e spossato come dalla battaglia era uscito , con la poca moneta che improntò da' suoi aiutanti, avviossi quel generoso versa la lontana

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