T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-23sforzo di gente. Corre la nuova tra le ordinanze, i'ipelesi di schiera in ischiera, e d'indi escono voci infinite con un sol suono che grida: Yiva CARLO ALBERTO re dell' Italia . Beatissimo lui, se In quella giornata medesi!lla, su quel campo fallo glorioso, tra quelle armi vincitriei c incontaminate, avessegli il piombo nemico squarciato il petto e recato la morte. l.'tla sarebbe fallita alla misera Italia , troppa gran parte dei documenti e degli esempi che le Lisognano, e i <runli doveano mostrarsi lucenti e perfetti nell' esule volontario di Oporto l Molte cose mcmorevoli io taccio e trapasso. Ma se mi vien meno il tempo di raccontare le belle e venturose fa zioni dell'esercito nostro, donò io distendermi a far narrazione e pittura delle sfortunate e sinistre? Ripeterò io con dolore ciò che è in mrntc di ciaschedun,o, la battaglia di Custoza, le vettovaglie a un tratto mancate, l'esercito subalpino per gli stenti della fame e gli spasimi della sete atterrato e non v~nto? Narrerò come CAIILO ALBERTO o per difender Milano o per procural'le almeno mansuete condizioni dagl'imperiali, abbandonasse i ripari certi che a\'cva dietro le sponde del Po e del Ticino? Dirò come protestasse a molti più avventati che coraggiosi poco importargli di far si ucci<lere quh•i o altrove, tal dì o tale altro; e però quando persistessero fermamente a volersi ad ogni L'OSIO difendere e privi eziandio d~ognl speranza d'esito buono, ei di~direbbe le convenzioni trattate col mar&- sclallo austriaco , e di costa a loro combatterebbe insino all' ultimo sangue? Nanerò altresì com'egli e(]'ettivamente disdisse i patti, e il Municipio invece li rannodò r. concluse, scorgendo certissimo lo sterminio della città, e come di quindi nascesse scompig)~-feroce, ire Implacabili e pazze, rischio estremo di guena fraterna, rischio estremo di vita pel calunniato Monarca? Scrivano di tal subbietto i nemici n~ stri e palpino volentieri quelle luride piaghe; io ricondurrò prestamente il vostro pensiero sulla bontà e intrepidezza di CARLO ALBERTO, le quali a guisa di nave fatta colle percosse, sotto il martello dell'avnrsità vedremo riuscire compiute e ammirande e alla civile santità conformissime. XIV. In dicci dì la ruota dci casi umani l'ha dalla celeste cima travolto nel fondo, e, con lui è inabissata la patria italiana. Quante speranze tradite, e che moltitudine tetra d'ingrate memorie gli assedian la mente e gli pesan sul cuore! ltfai non lesse egli in alcuna storia un sì allo principio a si vii fine cascato. L'Europa tutta inarcava le ciglia (or fa pochi mesi) snll' assennato, concorde e virtuoso risorgere degl 'Italiani . Ora ogni cosa è corrotta dalle fazioni, e gli animi appena congiunti ed all'ratellati si sciolgono e s'inimicano. Dove sono i popoli r.on lui fedm·ati? Dove la Dieta nazionale? Dove l' Italia cospirante tutta al gran

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