T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-22 - slidarsi uno de' più formidabili potentati d'Europa nel quale, checchè si dica, rimangono tuttora Yivissime forze, soprattutto, un esercito veterano c-disciplinatissimo e turbc infini te da ri fornirlo; aver penato :'\apoleone e la Francia intera a domare l'Austria, che potrà il Piemonte mal preparato? andarci la corona c l'onore di S. M., la salu te dei subalpini, l'avvenire d' !Lalia. Così ragionaYano i consiglieri; ma il Re con aspetto animato e sicuro rispose: Signor i! i Milanesi, fratelli nostri, son minacciati di sterminio c mi domandano scampo; nef(herò io d'ai utarli ? innanzi al dovere la volgare prudenza , si tace; in me riposate; lo mi fo di tutto mallevadòre ; all'armi, Signori, all' armi! Ciò dice, Q smosso e conseguito l'assenso dci circostanti, manda atrrettatamcnte il Generale Bes con qualche truppa più spedita c vicina a soccorrer Milano, nella quale, per altro, dichiat·a di non voler porre il piede, quando non abbia per innanzi con lo splendore di (Jualche vittoria ben meritato di visitarla. Godano altri d'ovazioni e festeggiamenti dal titolo nudo di re e da lusinghiere aspettazioni proYoeati; egli arrossirebbe d'esser· lodato di sole speranze colà dove tutti le hanno prodigiosamente compiute. II dì 22 di marzo intima guerra agli Austriaci con parole le più infiammatiYe del 1\IOndo, · e che mai l'Italia dalla bocca di un principe suo non aYevn udite n è sperato forse di udire. La notte del 2G egli medesimo il l,le si pone in capo tlcl maggior corpo delle sue schiere, le quali per comando espresso di lui spiegano al vento i sospirati colori italiani , c il dì 29 en tran le porte di Pavia. Così ebbe cominciamento la guerra del riscatto, durante la quale the il He mostrasse valore e coraggio ad ogni pericol o superiori, è poca meraviglia e mediocre pregio a paragone con altre sue doti, e pensando che la militare bravura è comune a tutti della sua stirpe e già ne' suoi figliuo li ·risplende segnalata c chiarissima. l'tfn come non accennare almen di passata quanta virtù e fermezza ed annegazione da lui r ichiedessero gli altri uffici del guerreggiare? Vi risovvengano, Signori , le infermità sue, la complessione distemperata e mezzo consunta, i dolori acuti che il trafiggono, la lenta febbre che il lima e discarna. E contuttociò, guardale come l' indomato suo spirito con istoica sofferenza e ferreo vigore (li volontà sostenta il corpo afl'ralito e partecipa i disagi più duri e le privazioni più lunghe e penose de' menomi soldati. Ma sulle prime. egli ebbe almeno a conforto ed alleggiamento d' ogni pati re i ben succeduti combattimenti, le belle. e frequenti prove dei nostri, ,vedere spesoo il dorso dell' avversario, sperare vicina una ?rospem e (ermf~ativa giornata. A Goito il 30 di maggio sconfiggeva Jl Re trentamila imperiali con solo di ciannovemila de' suoi. A vespro, e in quel mentre appunto che la vittoria scuoprivasi a tutti sicura e ]latente, giunsero lettere del Duca di Genova annunzianti la dedizione ' di Peschiera, fortezza quanto alire mai gagliarda e munita, con abilità c hravurn difeaa, c per soccorrer la quale movo.a da pi ù bande molto

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