T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-20 - tal guisa l' educazione comune poli tica c il regno non contrastabile (lcll' opinione. Dalla quale franchezza di stampa incominciò il Re per appunto l'emancipazione dei popoli suoi, la quale dovea per lo meno esser tanta da suscitare quelle potenze migliori della mente e dell'animo, che sono mezzi necessari all'opera somma e final e dell'Indipendenza . A rispetto poi di questa, ·i colloqui degl' Italiani eran tali e le vistose c pubbliche dimostrazioni del comun voto e proposito sì fattamente moltiplicavano (fra l'altre, la bellissima e strepitosa dei Genovesi il dì decimo di dicembre) che doveano presto o tardi le cose precipitare alla guerra ; e però alle anni pensava il He più che mai studiosamente. \\fa Dio gli tolse di poter maturare il gran caso e con mol to più forti apparecchi emendare il fallo de' suoi ministri. Per vero, al misurato e savio procedere degli Italiani di r ifo rma in riforma, e ù' una in altra miglioranza fece prima interrompimento la sollevazione di Palermo, poi l'altra te!llpestosissima di Parigi. Pure, per la rivoltu ra di Palermo, divenne (mercè dell' affaticarsi de' buoni) il moto riformativo .italiano più concitato d'assai, manon fazioso nè ruinoso. lmperocchè le Carte ottriate dai principi ottennero che alla piena subito cresciuta e già traboccante dei desiderj e delle esigenze fosse aperto un !ello molto capace, e dove il corso di quella pigliar potesse velocità equabile e regolar1l. Jnvece, il soqquadro di Francia fu seme esiziale e non estirpabi le de' nostri danni, face.ndo le menti vertiginose, dissolutissimi i desiderj , sbrigliate le passioni, audaci e soverchiatrici le sette. · Ogni buono se ne turbò. CARLO ALDERTO ne pianse in cuore, ma nulla cambiò del proposi to nè indietreggiò nè si ristettP. nè schiuse l'animo alle diffidenze ed alle paure. Dio, con interna impulsione e con l'esterno e l ungo portento d' inopinabil i falli, comandami, pensava egli, d'incominciare eziandio a prezzo della vita e della corona il Tisorgimenlo italiano, e il cenno dell'alto verrà adempiuto. Se gli uomini e la ventura sconceranno in gran parte il gesto sublime, esso Dio col tempo, docile ministro suo, e con l'arti ineiTabili di sua provvidenza il ricomporrà. In tale giudizio s'adagia egli tranquillo ecl imperturbato. Ma ciò non toglie che da buon cittadino e da ottimo re non provveda via via secondo l' urgenza e la pressura dei casi. Allestisce nuove truppe, a nuovi e solleciti apprestamenti fa metter mano. Abolisce per le stampe ogni magistrato censorio, pone a guardia delle pubbliche libertà le armi cittadi ne, promulga lieto c spontaneo il l'atto costi tuzionale e affidane l' esecuzione ai più caldi c provati fautori r promovitori. E perchè io non ritomi altra volta su tale ma'teria delle franchi gie politiche largite e mantenute da qÙesto Re legislatore , io toccherò qui di volo com'egli con diligentissima cura, anzi con gelosa e scrupolosa vigilanza sopra sè stesso mai non trasandò d' un attimo quei confini ch'egli medesimo avea prescritti all' autorità regia, c sempre fece consiglio e volontà propria la volontà e il consiglio del. parla-

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