T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-18la sublime impresa d'Halia con la fede viva cd inestinguibile d' un BuDiione e d'un Riccardo, subito pose in disparte le troppe cautele, i vlluppi, gli ondeggiamenti e gli artifici dell' usuale diploma~ia. Quanto più generosi ed aperti i mcz7.i, tanto gli parevano da prefenrc; la calcolatrice prudenza de' gabinetti spregiò, e neppure si volse indietro a guardare i maneggi e le pratiche del passato; co~ì diverso volea che fosse il presente e di così animosi c solleciti fatti ripieno. Gran caso, vederlo scostarsi ad un tratto da quella ragion di Stato avveduta c scaltrita che mena ordinariamente i negozi di tutte le corti, nella quale sono allevali c formati i principi, fatta a lui parere più necessaria dalla mala,;evolcz1.a dci tempi, predicatagli da tutta la storia di Casa su.a. x. Di tal guisa e per opera di tanta trasmutazione, cragli fatta facolti• di pronunziare le parole stesse di Dante Alighieri : in quella parte del libro della mia memoria , dinanzi la quale poco si potrebbe leggere d' impensato e s:raordinario, si trova una rubrica la quale dice INCJPJT VITA NovA. Non però che Re CARLO AtnEnTO non avesse di lunga mano addestrato sè stesso all'eroica trasformazione con abiti di virtù e con pratiche disciplinari rotidiane c durissime. E quantunque Egli siasi imbattuto a nascere d'una progenie di re severa quasi sempre di spiriti c austera di costumi e di usanze , ciò non pertanto rimarrà notabile ed esemplare a moltissimi principi il tenore della sua vita. Levarsi mattutino e alle cure del regno attendere tultodì fino alla tardissima notte con applicazione ·indefesEa ed assidua. Non feste, non isvagamenti , non teatri, non balli: in tanta abbondanza d'agi e piaceri, in tanta facilità di crearli, niuna specie di singolari solazzi, niuna voglia sregolata, niuna vanità. Frugale e parsimonioso per sè, splendido negli altri c regalmente cortese, e delle arti geniali magnifico protettore. Presto in fermato di quel malore lento e cupo, che al sepolcro dovea menario molto innanzi del tempo, non pure il sostenne con pazieoza e serenità inalterabile, ma costantemente gli si oppose co~1 tale sobrietà ed astinenza che ai testimoni cotidiani soltanto del vivere suo si facea credibile. Nò stimando con tutlo ciò spianata ogni ruga dell'anima e meritato lume e soccorso da Dio per la sacrosanta impresa cbe meditava, venne per parecchi anni moltiplicando i digiuni e il fervore delle orazioni, le quali più volte fu veduto ripigliare nel silenzio delle notti Invernali, rompendo quei sonni brevissimi che al logoro corpo suo concedeva. Così questo eroe cristiano si persuase e credette, a parlare con l' Apostolo, di vestir l' ~tomo nuiJvo e riuscire perfetto tampione della causa d'Italia, che è pure causa dl Dio.

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