T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-16Italia e il corso e perfezionamento della ragion morale gli dimostrarono, visse singolare e straordinario come principe e come uomo, e a tutti gli avvenire porse subietto imitabile. Gloria invidiata d'Italia potere in tanta caduta ed umiliazione farsi per lui, in materia gravissima, norma salutare all'Europa, e scuola e ammaestramento ai popoli d'una pietà eroica e d'un abito di religione, con solo il quale varranno le odierne generazioni a ricomporre la forma dell'animo, e con l'animo, i sociali c politici ordinamenti. Fu CARLO ALBERTO devoto e pio quanto il nono Luigi, quanto lui valoroso e leale, al par di lui penitente; ma fu datore e servatore di libertà come un re di Sparla ; amò la patria e la gloria come un antico, sentì il debito di cittadino ed ebbe èoncetli magnanimi e smisurati come un romano. Il perchè, chi vuoi far ritratto fedele di questo Principe, cerchi le credenze più sane e più invisceratc del medio evo, e raccolga in uno le cavalleresche virtù dei Crociali; componga il rimanente con le luminose pagine del Plutarco e di Tito Livio. Darà prova e conferma di tutto ciò quanto son per narrare. IX. Pochi anni dopo il 1840 apparvero i primi indizii dell'eminente e riposto pensiero del Re. Al libro delle Speran:te d'Italia e all'altro del Primato Civile degl' Italiani mostrò di fuori buon viso, nell ' animo fece festa c plauso vivissimo, godendo di veder gli scrittori persuadere e muovere la nazione a più savi consigli e a praticabili proponimenli. In quel mezzo, le riforme moltiplicava ; e ampliando gli studi, massimamente di storia e di giure, promulgando i Codici troppo lungo spazio aspettati, promovendo le industrie e i commerci , l'arti geniali erodendo e premiando, suscitava ne' popoli le infingardite facoltà della mente e dell'animo, adusavali all' impero imparziale e non rimutcvolc della legge, e alzava a cose magnifiche le ~loro speranze i lor desideri. Coneordi, O]lerosi e disciplinati serbava gli ordini amministraitvi , integerrimo il magistrato. Altrettanto di bene volca succedesse nell'esercito e negli armamenti , dove o l'imperizia o la · trascuraggine, o mollo peggior cagione frustrato non avesse l' intento premuroso e continuo del buon Principe. Ogni cosa insomma avviavasi, benchè lentamente, a preparare i subalpini a gran fatti e a prove (può dirsi metaforeggiando) non da uomini ma da giganti . Già nell846 scoppiavano molte faville del nazionale a rdore che in petto al Re divampava. Già al congresso degli scienziati raccolto in Genova, e festeggiato a cielo da questa ospitalissima cittadinanza, dava il Principe libertà di discorso e di stampa, tanto che parve la radunanza accademica trasmutarsi all'atto in politica , e l' Italia udire racconsolata ed attonita la voce congiunta e concorde di tutti i suoi figli. A detti e a

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