Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

H t< ogni ìdea di transazione sia assurda, e che ogni governo) « il quale si spogli di una parte della ·sua autorità, prepari « le armi che debbono strappa-rgliela tutta. Egli è adunque lon- « tano cosi da' suoi pensieri, come da' suoi disegni, che ne- « gli Stati vicini si fondino istituzioni, le quali possano de- « bilitare la regia autorità, la quale vuole essere invece af- « forzata eù. assodata su. basi incrollabili (i) )). Nò la Corte di Vienna si stava contenta a mantenere nella ubbidienza alle sue illiberali voglie i Principi Regnanti , ché essa aveva l'animo a costringere alla servitù anche i successori. Infatti il Conte di Pralormo scriveva a Torino ai 5 di Novembre del !823 « che l'Imperatore gli aveva chiesto, (< quali fossero le intenzioni del Re Carlo Felice rispetto al (< Principe di Carignano )) a che egli aveva risposto: « Il « Re mio Signore non ha cambiato d'avviso : le sue inten- -<< zioni riguardo al Principe di Carignano sono quelle che (( manifestò a Verona: egli ha in animo di rieh.iamarlo presso « di sè, ma vuole (come promise a Verona) fargli sotto- « scrivere prima l' atto pel quale si obblighi a mantenere « intatte le basi fondamentali e le forme organiche della mo- « narchia , tali quali le troverà , quando monterà sul tro- - « no (2) )). E sullo stesso argomento il Conte di Pralormo scriveva: « Il Principe di Metternich ha detto che pel Prin- « cipe di Carignano un atto ben (atto è la sola cosa , alla (< quale oramai si possa pensare. In verità, ha soggiunto) (~) Archivi del Regno. Carteggio del Conte di Pralormo. (2) Archivi del Rrgno . Cartrggio citato.

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