Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

10 Alli 6 Marzo del i822 il Metternich, scrivendo ai Ha· ronc Vincent ambasciadore imperiale a Parigi, diceva : « n « sistema rappresentativo colle istituzioni che ne sono il ne- « ccssario corredo, non può, non deve stabilirsi in nessuno < Stato della Penisola (i) J>. E nello stesso dispaccio: << Se « in un tempo, come il nostro, un governo illuminato deve « riguardare principalmente ai bisogni interni, esso non può « tuttavia rinchiudersi nei limiti geografi ci del suo territorio < cosi fattamente; che l' agitazione, o il riposo degli Stati vi- « cini diventi per lui un oggetto indifTerentc. Questo si fu « il caso dell' Austria negli eventi del 20 e dei 21 ». Egli t' dunque certificato , come I' Austria abiJia per sistema , iT non istare rinchiusa nei limiti geografi ci del proprio ter?'iiO?'io, ogni qual volta gii stati vicini sfeno, com'essa dice, in agitazione, cioè a dire acquistino libertà. Cerchiamo ora quali fossero f consigli, che la Corte di Yicnna dava ai Principi italiani sui modr a tenere nel reggimento degli Stati. Il Conte di Pralormo Ministro del Re Cn rlo Felice a Vienna ne dava contezza alla sua Corte in questa forma : « n Gabinetto austriaco è alieno dal credere, « che si debba fare la parte, come sì usa dire, allo spirito < del secolo: esso è convinto che la guerra fra la monar.. « chia e il liberalismo, fra l' ordine sociale e la demagogia « è una guerra a morte, e che debba terminarsi coll' an- (( nientnmcnto dell' uno o dell'altra ; esso è convinto, che (1) Archivi del Regno, nei quali è copia outentica del cit atodispaccio.

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