Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

27 « patc o maturate da secoli (1) «. l\la egli, affè, non s'avvede, che mentre attende a blandire l' Inghilterra, offende il senso comune. Avvegnacchè se cet:to sia, che le libere istituzioni diventino mirabili, vivendo ne' secoli, ne siegua, che bisogni lasciarle vivere, e non ucciderle in sul nascimcnto. I secoli, nei quali altrove ebbero sviluppo e maturazione, ebbero per fermo un principio, c se· l'Inghilterra , a mo' d' c~cmpio, avesse, nei cominciamenti della sua sperienza, incontrata sulla via della libertà un'Austria, la quale volesse c pote~se disseccare la sorgente del male, oggidì il ministro dell' Imperatore Francesco Giuseppe non sarebbe impacciato a pronunziare, che le istituzioni libere non si aiTanno nè al genio, nè alle tradizioni, nè alle condizioni sociali del popolo in glese. Lasciamo stare che il popolo inglese non le acquistò, non le mantenne, non le esplicò senza dolori e senza fatiche ! Ma è tempo, o l\1ylord, che; mandando sano lo cmiosc teorie storiche e politiche del ministro austriaco, io mi fermi per poco sulle accuse che por ta al governo piemontese, dicendo, che provoca a guerra, Il Re, aprendo parlamento, disse che, « rispettava i trat- « tati, ma non era insensibile ai dolori degli Italiani (1) >. Gran colpa: ha offeso l'Austria col dire la verità : ha offeso il diritto pubblico, sentendo compassione dci sofTerenti ! Son forse tranquilli e soddisfatti i popoli d' Italia '! Se il (1) Dispa ccio citato. (1) Discorso della Corona.

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