Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

.. 28 fossero, o 1\tylord, non emigrerebbero a migliaia e migliaia per venirsi a scrivere soldati del Re sotto la bandiera italiana l Chi creda al Conte Buoi, i Lombardo-Veneti sono contenti: ma l' Austria ha doppiato il suo esercito, assai prima che il Re di Piemonte chiamasse un soldato di più sotto le armi l S(•no contenti gli altri popoli vicini.a noi; ma oramai i mali governi si lasciano portar via dalla paventosa fiumana degli sdegni poJ10lari, o del pubblico disprezzo l So sono tranquilli e contenti tutti gli Italiani, che vivono fuori del picciolo Stato del Re di Sardegna, perchè calano in Italia tante armi 'l O quelle arn'li sono portate qua per mantenere in quiete i popoli che fremono, o per minacciare ed offendere il Piemonte che usa del proprio diritto l Quanto alla guerr3r non avendo io mestieri di studiare assottigliate ragioni di diplomazia, ripeterò franco, che senza parlare dei motivi di guerra che il Piemonte avrebbe, pe' rispetti dell' èquilibrio degli Stati Italiani ·e per colpa delle usurpazioni austriache, esso, senza cercar pretesti, se guerra volesse, avrebbe suoi giusti e gravi particolari motivi. Il sequestro che, anni sono, l'Austria iniquamente pose sopra i Leni di tanti riguardevoli sudditi del Re, non era forse grave e giusto caso di guerra 'l E non l'è tuttavia, dacchè piena riparazione non fu fatta mai 'l E non è caso di guerra, che l'Austria, violando i trattati, non solo cinga di fortilizi Piacenza, ma vi ingrossi ogni giorno le sue minacciose schiere'! So bene, che si va susurrando : siete piccioli, portate in pa~ienza le ingiurie dei grandi t Non sarà, o 1\tylord, ho fede,

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