Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

21 « mento renda meno attiva la nostra sorveglianza. Se l' Au~ «: stria vuole oggi parere di essere francamente nostra alleata? « egli è perchè il suo interesse lo e5ige, egli è perchè la Lom- « bardia potrebbe cessare di appartenerle, se il Re di Sardegna « facesse appello ai sentimenti italiani, egli è perché essa teme << la guerra e la rivoluzione colla Francia, e che le conver- << rebbe lo avere per baluardi le Alpi e la bravura dei nostrt « soldati (1) >>. Fatto poi cenno delle perfidie austriache, egli diceva: « Nessuna fede nelle parole dei ministri austriaci, nes- " sun credito nelle loro promesse (2) >>. Parmi che non sia mestieri lo aggiungere parola per capacitare il Conte Buoi, che i novatori non sono quelli, che in Piemonte abbiano discoperta la malizia prepotente della Corte· di Viet:Ina ! Per altra parte la Corte di Vienna sa benissimo, quale mal animo essa abbia sempre portato a quella di Torino. Se il Conte Ruol vorrà fare chligenza di ricerche negli archivi imperiali, ne troverà copiosi documenti. Chiuda pure nell' oblio i fatti anteriori al 1800 e le cose scritte ed operate dalla Casa d' Austria in danno della Casa di Savoia, durante le guerre della niv0luzione e dell' Impero francese. l\1a guardi, come dopo il restauro del 14, o dopo i trattati del 15, il Gabinetto austriaco, incontrando ostacoli alle sue mire ambiziose sull' Italia, si studiasse di dare nelle Corti europee cattiva opinione dei Prin- (1) Archivi del Regno: Ist ruzioni supplementari al Conte di Samb uy :t\linistro del Re a Viennv , anno 1835. (2ì Istruzioni citate .

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