Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

n que non sia orbo del tutto, che l' Austria non solo usò negli Stati indipendenti quella maniera d' influenza che allo stesso Conte Buoi pare condannevole, ma vi esercitò i diritti più ponderosi della sovranità. Tutte le costituzioni furono abolite per imperiale comandamento, c talu~a con tanto scandalo, che grave ne durerà per lungo tempo la memoria. Accenno alla Toscana, dove il GranDuca, ristaurato sul trono dai 'popoli, aveva con solenni promesse raffermo lo statuto gìuratp. Se il Governo britannico volesse conoscere la vera cagione di questo fatto più scandaloso di tutti gli altri mancamenti di parola, potrebbe facilmente sapere, che esso va riferito a colpa del Gabinetto di Vienna. Taccio la lega doganale imposta ai Ducati di Parma e di 1\lodena; le particolari ingiurie fatte al Governo par- ·mense; Piacenza munita, occupata, governata dagli austriaci proconsoli. Pare al Conte Buoi, che le querele del Piemonte sulle usurpazioni dell' Austria sieno il nuovissimo portato del torbido ingeW!O del Conte di ·Cavour, n quale si è fatto sangue e natura delle mode1·ne teorie di pubblico di?·itto ( 1). Ma a me sarà facile lo addimostrare, che l'antico vizio austriaco è ab antiquo conosciuto qui, e che ne muovevano querela quegli uomini stessi, i quali professavano teorie contrarie. Il Conte Thaon di Revel, legato del Re Vittorio Emanuele a Parigi nel 18H>, scriveva incolpando l'Austria « di aviditù (1) Dispaccio cital o.

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