Luigi Carlo Farini - Il conte Buol e il Piemonte

15 l;a Francia ne fu per le beffe e pel danno, e l' Austria seguitò a comandare nello Stato del Papa. Il gabinetto britannico sa ; pei dispacci del visconte Ponsomby, quali fossero nel 1847 gli amminimenti della Corte di Vienna ai Principi italiani, che parevano inclinati ad emanciparsi dalla sua servitù, ed a vivere in buona soddisfazione coi popoli desiderosi di civili larghezze. È noto, come fosse occupata la città di Ferrara, sebbene il Papa facesse solenni protesti, cosicchè in quel caso non poteva recarsi in mezzo nemmeno la cattiva scusa del consentimento del Principe. La Corte di Vienna non voleva nè che fosse lasciata qualche libertà allo scrivere a stampa, nè che si dessero le armi ai cittadini, mormorando essa, che le riforme di Pio IX erano una rivoluzione. Roma manteneva le sue tre o quattro censure sulla stampa, ma il generale Fiquelmont, che in Milano era commissario im- })eriale, scriveva al Conte di Lutzow a Roma, che la stampa era iicenziosa, e ad esempio di licenza citava il diario bolognese, il FELSINEO, che era il più temperato di tutti i diari che allora escivano in pubblico (1). Il Cardinale Ferretti, in un dispaccio del 21 Agosto di quell' anno 1847, si a(Tannava a di-- mostrare che le riforme di Pio IX erano un progresso, non uno sconvolgimento (2); ma il Metternich scriveva al Lutzow, « che se l' Austria era favorevole alla riforma degli abusi , .(< essa non l' era punto · alla introduzione di nuove teorie più .(4) Archivi della Corte di Roma . 12) Archivi romani.

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