La battaglia di Bezzecca

10 BIBLIOTECA PATRIOTTICA sione : ognuno di noi voleva farla da strategico. « - Bisogna raggiungere le altre compagnie, e attenderli di piè fermo appoggiati alle nostre posizioni. - Eh no! eh~ non ci daranno tempo: è meg·lio fortificarsi .nelle cast:: e aspettar li in paese. - Sono troppi! non l i vedet~ ? arriveranno a un miglia1o. Bisogna ritirarsi a Pieve di Ledro. - Chi parla di ritirarsi è un vigliacco ! ricacciamo i ti- ' rolesi con la baionetta ! » E fra questo frastnono di cozzanti proposte non si ve niva a capo di nulla. Chi di qua e chi di là, la microscopica compagnia minacciata da così serio incontro accennava a sbandarsi stjn.za provvedere all.a sicurezza proprja, perocchè i !lemici s'avanzavano sempre, tu·ando di tanto in tanto qual che còlpo come preludio allc-tscariche cbe ci preparavano. Bisognava risolversi. O dentro o fuori: o una resi· stanza disperata, o una foga vergognosa e poco proficua. Il nostro capitano, bravissimo uomo e pieno di coraggio, ebbe un'idea singolare1 Dopo aver gridato invano che c1 raccogliessimo, vedendo che nessuno dava retta, con un vocione che supe·rava le voci discordi di tutti, esclamò con accento rjsoluto: «Foriere, faccia l'appello; e chi non risponde. io gli prometto e lo giuro sul mio onore c~he lo farò fucilare ». Allora ci quetammo, e fu possib,le rannodarcì. Rispondeva il foriei·e: «ma che dice davvero? vuole l'appello in questo momento ? » « Sicuro ! ') rephcava quel t'altro. E il foriere, intanto che in mucchio ci riunivamo dietro una casa, cavò di saccoccia la nota, e già apriva bocca per leggere il primo nome, ma una fucilata ben nutrita venne appunto a scaLtucciare gli angoli delle pareti, e le palle ci piovevano giù ai piedi come i confetti al corso di carnevale. Non si parlò pjù d'appello e ognuno si dispose alla lotta. Il tenente, che continuerò a chiamare Berebe, con una temerità inaudita, era corso per le stradine del paese a vedere un po' come le cose mettessero, e nientemeno venne a dirci, dopo quella scarita inaspettata, che i tirolesi divisi in due geuppi erauo a poca distanza da noi, che ci avrebbero p r·esi in mezzo, che intanto un gran r. umero s'era affac~jato all'estremità del paese e sarebbe venuto . . 1nnanz1. L'alternativa era semplicissima: ò vincere rapidamente, o rimaner tutti quanti alla schiaccia. Non era il caso d'in-

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