Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

I PROLETARIIN DIVISADOPOLASTRAGE Ho letto il volantino che ha portato a casa mio figlio e posso solo dire che dobbiamo organizzarci tutti contro questa incompetenza degli ufficiali. Sono madre di quattro figli. Li ho allevati da sola perché sono vedova da 19 anni. Adesso che ho sessant'anni, l'u.ltimo figlio dovrà /are il militare· gli altri sono sposati e così io vivrò sola, con ima pensione. Qi1-elfiglio è il mio unico sostegno; ho fatto ima domanda per ottenere l'esonero, ma mi è stata respinta. Cosa succede a me non interessa ai padroni. Non posso nemmeno pensare che gli ufficiali saranno con mio figlio come qu.elli che sono stati uccisi in Val Venosta da una valanga. Non dobbiamo più sopportare queste sofferenze: si gioca con la vita dei nostri figli. Uniamoci tutti insieme con loro; facciamo qualcosa per loro. Ho perso i miei quattro fratelli in guerra: adesso si tratta di mio figlio. Non possiamo sopportare più a lungo questo stato di cose. Lettera di una donna proletaria 7 L'ideologia del rischio serve agli alti comandi per coprire le responsabilità e la loro incompetenza. Dichiara un alto uficiale a La Stampa del 14 febbraio 1972: «Il nostro mestiere è 9uello di camminare in montagna in ogni stagione. Così come il mestiere dei marinai è quello di navigare anche quando il mare è cattivo. Quando viene programmata un'esercitazione invernale, sappiamo tutti che esistono dei rischi, tuttavia i militari devono correrli, co ì come del resto fanno i piloti degli aerei. Noi sapevamo che c'era il pericolo ed avevamo diffuso la notizia anche presso i reparti impegnati nelle manovre,.. 213

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