Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

Palestro. Intanto le condizioni del tempo si erano ancora più aggravate. 3) Un altro capitano, Fabbri, doveva pochi giorni prima compiere lo stesso tragitto nel senso oppo to con la sua compagnia, la 48". Anche il cap. Fabbri i era rifiutato, sempre in considerazione delle eccezionali condizioni di pericolo, di e eguire la ma!cia. Era stato ospeso dal comando e, sembra, mandato agli arresti. Due capitani perciò, Battù e Fabbri, erano in punizione per essersi rifiutati di andare a morire. Tutto ciò per i comandi di Merano non conta nulla: pare quasi che quanto più frequenti e significativi sono i segnali del pericolo, tanto più decisi sono i Comandi a portare a termine il piano'. 4) Un ennesimo rifiuto sembra che fosse venuto dal ten. Cavallero, 31• batteria gruppo Bergamo Art. Montagna di stanza a Silandro. Comandava il reparto di Artiglieria che doveva fare la marcia assieme alla 49• del «Tirano». Questo reparto avrebbe dovuto tracciare il entiero, preparando così la marcia che poi i due corpi avrebbero dovuto compiere nella notte tra venerdì e sabato. In effetti artiglieri e alpi.ni avevano 1 Ecco co a dice un alpino deUa 49• compagnia: «Battù, pochi giorni prima, doveva fare con i suoi uomini lo tesso fatale percorso, ma nella direzione inver a, cioé dalla valle Slingia a malga Villalta. Date le condizioni del tempo e della neve, i era rifiutato di ese~uire l'ordine. Per questo era stato sospeso dal comando e si trovava in pumzione». n fatto è confermato anche da altri soldati e da un giornalista di Merano. Secondo queste versioni Battù dopo questo rifiuto, arebbe stato mandato ad effettuare lo scavalcamento del Cevedale; qui, mentre aspettava da due-giorni che le condizioni del tempo migliorassero, sarebbe stato raggiunto dalla notizia della slavina a malga Villalta e sarebbe rientrato in caserma. Ma un altro ufficiale, il capitano Fabbri, pochi giorni prima, aveva commesso lo stesso gesto di "insubordinazione", aggiudicandosi vari giorni di punizione: anche qui si trattava di un percor o pericolosissimo da effettuare 10 pessime condizioni ambientali. Battù e Fabbri sono stati attivamente ricercati dai giornalisti, dopo l't t febbraio: né l'uno né l'altro si sono fatti trovare o hanno accettato un colloquio. Tutti i soldati di Malle ricordano inoltre un episodio dell'inverno precedente, e cioé il rifiuto del tenente Barletta, di fare un percorso pericoloso. 181

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