Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

cercato, già da tre, quattro giorni, di aprire il camminamento ma l'impresa non era riuscita perché la neve aveva sempre ricoperto il sentiero. Arriviamo all'alba del ·13: Cavallero, pur avendo fama di militarista, era senza dubbio un esperto di montagna, e si rifiuta di aprire la colonna con la sua batteria e con i suoi muli. Afferma che è estremamente pericoloso passare, quella mattina, per la pista, ispezionata anche il giorno prima da una ricognizione, e cancellata dalla tormenta nella notte. Poi accetta di mettersi in coda e di seguire la colonna a 150 mt. 5) Molte persone sapevano che la montagna era diventata, in quella settimana, impraticabile. La neve era tanto marcia che gli alpini, camminando, non riuscivano a venirne fuori da 30 cm. Le slavine erano cadute in abbondanza ovunque e solo per un caso non c'erano state vittime già i giorni precedenti. 2 Si sa che un maggiore della «Tirano», conversando con altri ufficiali, aveva ammesso che c'era un gravissimo pericolo di valanghe. Si sa inoltre che un ufficiale di stanza agli uffici dei Comandi di Merano, e svolgente la mansione di responsabile delle ispezioni ai campi e al buon andamento deUe esercitazioni aveva fatto una puntata, nella settimana, anche in Val di Zerzer. Aveva camminato nella zona della malga e aveva notato subito la impraticabilità della neve a causa della sua pesantezza provocata dal vento. Dopodiché se n'era tornato indietro. E' certo che abbia fatto un rapporto e abbia quindi comunicato ai superiori le sue osservazioni, anche se a lui non ~pettavano dirette competenze operative. Tutte queste notizie e osservazioni, poi, giravano tra i soldati ed erano a conoscenza di tutti. Anche la popolazione della Val Venosta e in particolare di S. Valentino alla Muta era consapevole del pericolo. Tutta la gente sapeva del grosso pericolo che si correva ad avventurarsi oltre una certa altezza in quella stagione. 3 2 Per l'esattezza secondo i dati in nostro possesso il 10 febbraio erano cadute 2 valan~he alle 9 e alle 16.C0; 1'11 febbraio altre valanghe nel pomeriggio; il 12 un numero notevole, tra queste aJle 5.45, la valanga che ha travolto gli alpini. 182 I,, I

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