Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

goria partecipi, sollo questo profilo, ai privilegi di quella che abbiamo chiamato la. prima categoria Ma, mentre prcstiarr.o il :iostro fervente appoggio alle più generos'e istanze di uguaglianza, dobbiamo aver molta cura a non provocare mali maggiori di quelli che desideriamo eliminare. Guardiamoci mollo dal pro– pago.re l'odio cieco, in luogo della giustizia, pc1·chè le conseguenze di questo er– rore sono sempre temibili. Sollanto gli uomini riflessivi e studiosi possono scru– tare nel foturo degli avvenimer.ti . Concepire un.:i forma di società totalmente diversa da quella anuale e formarsi un giudizio circa i vantaggi che da questa trasformazione deriveranno a tutti gli uomini, è prerogativa di poche menti privilegiale; ed anche quando il quadro del Futuro benessere sia stc.to scoperto dagli spiriti più profondi, non può sperarsi che le moltitudini lo comprenderanno prima che sia trascorso un certo periodo di tempo. Sono necessarie una intensa divulgazione, letture e conversazioni frequenti, pcrchè le moltitudini si familia– rizzino con tale possibilità. Le nuove idee fluiscono gradatamente dalle menti più chiare fino alle meno colle. Chi comincia con ardenti esortazioni al popolo, dimostra di sapere ben poco sul perfezionamento dello !,pirito umano. L'asprezza può fm•orire propositi malvagi, mentre la vera saggezza si adatta meglio a un lento, ma incessante, avanzamentQ. Gli assunti umani, come altrettanti anelli della gran catena della necessità, armonizzano e si adattano meravigliosamente gli uni agli altri. Giacchè è il po– polo che deve dare il passo finale verso il progresso della giustizia, esso abbisogna rclati,•amcnte di minore preparazione per accettarne le conclusioni, anche perchè pochi e superficiali sono i pregiudizi che lo dominano. Sono invece gli strati ele\'ati della società quelli che traggono o credono di trarre vantaggio dalle ingiustizie e quelli che si mostrano ansiosi di difendere l'ordine esistente. Essi. infatti, per giustificare la loro condotta, fanno appell~ alla sofistica e si mutano in accani1ì sostenitori degli e1To1·i che essi ,;tessi hanno fatto fruttificare. Gli uomini del volgo non si sentono legati a simili interessi e, se si sottomettono all'impero dell'iniquità, lo fanno per abitudine o per mancanza di riflessione. Essi non necessitano tanto dell'insegnamento per ammettere la vedtà quanto dell'esempio per realizzarla. Poche ragioni bastano per convincerli quando vedono gli uomini generosi e saggi abbracciare la causa della giustizia. Un breve periodo è sufficiente per inculcar loro sentimenti di libertà e di civismo. D'altra parte, è necessario che le associazioni siano costituite con somma cura ad evitare che si convertano in istrumenti di disordine. Basta, a voltd, l'allegria di un lauto banchetto per dar luogo a tumulti. Tt contagio delle opinioni e dell'entusiasmo che suole verificarsi nelle riunioni numerose, specialmente quando le passioni dei concorrenti non siano frenale dal pensiero, spesso provoca fatti che la serena riflessione giammai approvcrçbbe. Niente di più barbaro, di più s.inguinario e crudele del popolaccio sfrenato. Al contrario, il pensiero sereno prepara sempre il cammino alla generale ed aperta acceltazione della verità. Chi vuole fonda,·e una repubblica deve esserè insensibile, come Bruto, alle più im– periose passioni umane. E' doveroso .:incora fare una importante distinzione con riguardo alla crea- 108

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