Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

Poi, la cortina di fumo lo ri~s~orbe cd un giovane compagno replica; lui è assorto, immerso nel fumo e nelle meditazioni cd io giurerei che per quanla distanza di tempo lo separi dala riapertura della colonia, già pensa ai problemi connessi alla sua organizzazione. E' un modo come un ·nitro per attualizzare un poco del suo pensiero. 3 • Da :llcune se11imane Vatteroni è ricoverato all'Ospedale civile di Ca1- r?ra; un amico mi dice che le visite gli fanno piacere. Mi riceve nella sua sta11- zet1a, seduto in letto, appoggiato ai guanciali, sorridente, la mano tesa, visibil• mente contento. Entro sempre coi1 circospezione in una stanza di malato per un misterioso senso d'impotenza che provo davanti alla malattia. TI sorriso di Ste– fano dowebbc togliermi d'imbarazzo cd io fingo un contegno di noncuranza Se lo guardo, lo trovo più pallido e dimagrito; è un disturbo doloroso il suu. ma lui ha fiducia nelle cure. Vorrei averne anch'io e per un attimo credo che i medici possono sbagliarsi; chissà ... Fuori, un sole primaverile invita all'ottimi– smo; poi, Stefano è un carissimo amico. Si pari:) delle solite cose con t'impegno serrato di chi ha mollo da dire su soggetti che il Lcmpo trascorso ha arricchito di particolari. Quando ci s, incon– tra dopo un certo tempo, succede sempre così. Dal mucchio di stampa che g!i ingombra il comodino, presso il letto, a portala di mano, tira fuori un giornale per leggermi alcune cose. Se lo guardo mentre legge, trovo che sia dimagrito; gli occhi hanno con– servato la espressione mobile cci intelligente di un tempo, anzi, sembra che si accentui in loro ciò che i! fisico perde in altro modo. Lui legge ed io l'ascolto. Riceve stampa da diverse parti e, in questi giorni di malattia, indulge nella let– tura. Mi mette al corrente di molte cose fatte da lui o da farsi e non si accorge del valore di commiato che ttssumòno certi provvedimenti amministrativi fatti in condizioni particolari. Trova dettagli sul modo di riorganizzare il servizio alla Colonia e si rasserena e sorride quando c.1pisce che tutto potrà andare com~ prima: quando c'era lui. Ora vorra:'i andarmene pcrchè un senso di disagio m'invade col sottile odore di etere e di alcool; la crocerossina va e viene; c'è l'iniezione da fare e poi i:: l'orario della visita. Lui mi guarda e ho la sensazione che s'aggrappi un poi.::o alla mia presenza; mi sorride e forse m'è grato che sia venuto di lontano, fin lassù, dopo aver salilo le strette rampe di scale, cercato un numero su tmd porta per ritrovare un c.1ro amico ammalato, fermo in un posto preciso senza che ahri fattori possano combinare gli incontri d'altri tempi. Mi chied.! dei giovani, ha fiducia in loro, è convinto che bisogna incoraggiar– li, tollerarli anche quando sembra che sia venuto il momento per fermarli sulla china d'un discorso; i vecchi, dice lui, devono capire queste cose, ed è contento di essere invecchiato senza nostalgie dei piccoli mondi antichi del suo passato. E questo è un modo diverso per non invecchiare, per non rimanere indietro 73

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