Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

idee di Fouricr. « Credelte nella verità, ec– co perchè /11 credulo. Attendeva sempre f'israme i11 cui possedesse <1uellaverità, nella e cristallina come il C,-edo... « (Ha– lé\'y). Le teorie di Fourier non lo convin– sero più dopo soli pochi giorni o poche settimane, gìacchè non credeva nella tra– sforma1ionc repentina degli uomini... « Non è pii', w, adepto; egli è stato però toccato e qualche cosa gli resterà. /..,a no– zione d'w1 urtline mecccmico, quasi 11ewt0- 11iano,della società w11mta resterà in lui; le tracce riappariranno sino alle 11/time sue opere. 1A passione libertaria non verrà mai meno: ma questa, per verità, si deve metio all'i11fl11enzadi Fourier clic al/'eredi– là montantlr<Jdella Fra11caContea comtme ai due rivoluzionari• (Halévy). Fin,1,lmentc, Proudhon, possedeva un'O– pera sociale ed umana, non più teologica; il i:lvoro al quale si dedicava nella tipo– grafia e la conoscenza della lingua latina gli ponevano sempre davanti scrilli teolo. gici, sperando però che entro quella far– ragine po1esse incontrare qualche verità immedbta e pratica. Più avanti souolineai l'aspctlati\•a di Hess sull'av,,cnire di Marx; lo stesso di• casi di Gustave Fallot (che morì nel 1836) rispetto a Proudhon, al quale da Parigi, nel dicembre del 1831. così scrisse: • q11e– s1a è la mia predizione: voi, Prot1tll1on, sarete, vostro malgrado, inevitabilmente per il f(l/10 del vostro destino, 11110 scrit– tore, u11 autore; voi sarete un filosofo; voi sarete w10 de; lumi del secolo etl il ,,ostro nome avrà il suo posto tra i fasti tlel se. coln XIX, come quelli di Gassendi, di De– scartes, di Mtilebranche, di Bacone nel se. colo XV I, come quelli di Diderot, di Mo11- tesq11ie11,di J-/elvetius, di Locke, di /-lu. me, di 1-/olbaclt nel secolo XVJIL. •- Proudhon, in quel periodo di sospensione fom\la del bvoro, guadagnava poco e Fa\– lot lo im•itò ad andare a Parigi, dove egli 662 viveva modestamente e dove pensava che Proudhon avrebbe potuto completare gli studi ed entrare così nella carrien1 di do. ccnte. Fu questa la slessa ardente aspira. zione di Bakunin dal 1835al 1840,cosi co-– mc una delle prospettive di Marx: quella della carriera di professore. • Venite a Pa. rigi e qui trionferemo o periremo uniti•, scriveva Fallot a Proudhon. Andò a piedi, nel 1832, da Besançon a Parigi. Col .suo amico frequentò le biblioteche e studiò linguistica e fi. losofia; ma i due erano poveri e non potettero proseguire negli studi. Era tempo di epidemia e Fallot fu contagiato dal colera. Le agitazioni sociali e la pro– paganda non colpirono Proudhon, nè i moli operai lo impressionarono mollo, giacchè sembra che vivesse un pò lontano da essi, in un ambiente isolato, in uno staio <li coscienza oscuro e critico. In un suo libro ricorda il suo grande desiderio di rendere quella giustizia che Ja società cd i u;bunali non rendevano. « ••. Mi domandavo se, al posto dei ma,. gistrati inadatti o complici non esistevano m<1ssesociali di vendicatori per reprimere tutte quelle infamie. Avrei io fatto da g11i. da agli associati ed ai fratelli per stermi– nare ; traditori, gli sfruttatori e gli ipo. criti. lo zelo per la giustizia mi divorava in quell'età felice di sentimenti cavallere– schi. Che cosa fanno le assOciazioni pub– bliche o segrete costi/tjite in favore delle buone cause?•- Fu allora proba!>ilmcnte che rispose a Fallot, il quale gli poneva queste domande: « Quante persone probe vi s0no tra 11ovemilioni di adulti? Il cil1- q11e per ce11to? Quintli 22.500. Quanti di questi impugnerebbero le armi e fottereb. bero per la giustizia passando dalla prati– ca individuale a quelfa 1mbblica, co111bat– te11do aperta111e11teco11tro l'irlgiustizia? Il cinque per cento? E' molto! No11 più di cento, w1 uomo cioè ogni 340.IXXl, che però

RkJQdWJsaXNoZXIy