Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

Abbiamo provato che le verità socialJ, nell'opera di Freud, trovano pratica ap– plicazione nella lotta contro la psicopatologia individuale e contro le psicosi col– lettive, contro questi « pericoli psichici>► riconosciuti dalle altre scuole psicoa– nalitiche (Jung, ccc.). E' vero che « i mili si mantengono solo rivestiti di un mantello poetico o religioso, dialettico o metafisico, e i nostri dne mitofili - Marx e Freud - li hanno portati, senza considerare quello che facevano, davanti al tribunale della scienza, quasi forzandola ad occuparsi di essi ». Ma la conclu– sione di Nicolai. secondo la quale entrambe le dottrine «egualitarie» non sono soltanto antiscientifiche ed anticulturali ma anche antibiologiche, ammesso che gli uomini non sono uguali, ci sembra eccessiva per quanto riguarda il freu– dismo, cioè la psicoanalisi positiva, epurata dalla ciarlataneria dei guaritori. La psicoanalisi si applica all'individuo in ogni caso, secondo le sue defi– cienze o le sue sofferenze. E ciò che si chiama psicosi collettiva risiede sempre nell'impulso, nel fascino o nella coercizione che derivano pure da individui ar– rivati alle velle del potere e, per conseguenza, ai mezzi materiali per soddisfare le prnprie aspirazioni morbose. Le radici della psicolpatologia delle masse ri– siedono negli individui in coloro che gli psicoanalisti considerano disuguali nel– le loro possibilità fisiche, e li tratta come tali, e non come una massa amorfa che si lascia modellare dalla mano d'acciaio del capo supremo, negli apparati artificiali della burocrazia partigian:l, della polizia statale e del militarismo in– saziabile nella sua sete di potenza e di dominazione mondiale. Se è certo che il progresso consiste in una differenziazione sempre mag. giore, gli uomini, gli individui, « non debbono essere trattati come uguali». Que– sto lo dice il Prof. Nicolai. E noi c.rediamo che questa differenziazione indivi– duale si manifesta nella pratica ciel freudismo ed in altri metodi psicoanalitici. Scartando, quindi, dalla dottrina freudiana ciò che può essere erroneo - le esagerazioni degli epigoni senza scrnpoli scientifici, e tutte le semplificazioni e– streme: pansessualismo, libido, sublimazione e vari complessi - dell'opera ori– ginale di Freud ci restano le verità sociali, reali, come ogni verità scientifica. Queste verità sociali possono applicarsi efficacemente contro l'altro mito, quello della politic'a marxista-leninista-stctlinista, di ogni spede di fascismo, di tutti i regimi totalitari che negano l'individuo - la persona umana - soggiogandolo in nome di alcune finzioni idealizzate, a profitto di una minoranza di governanti diretti da un capo supremo, esponente delle m:llattie psichiche e sociali di un popolo, di una società, di un'epoca storica. E' sempre meglio però prevenire una malattia che curai-la. In questo sen– so, Nicolai ha ragione quando scrive che « la riunione sessuale, l'amfimixis è un processo biologico, utile pn la mescolanza dei geni e, con questo, anche per sviluppare e diversificare la razza». Considerando l'istinto sessuale necessario all'animalità, per perpeluare la specie, Nicolai ritiene, nondimeno, che nelle condizioni della civiltà moderna, l'istinto sessuale è superfluo, una molesta per– dita di tempo, e perfino controproducente: « Visto che gli uomini ora si ripro– ducono troppo, l'istinto sessuale è incompatibile con una economia razionale e non deve essere eccitato artificialmente». Quanto a noi, ciò significa applicazione della eµgcnesia positiva, tema fon- 643

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