Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

vello pii1 alto nel progresso umano, un mezzo incstlmablle pel" fal"e prevalere le parole Invece delle armi, Il milllarlsmo si sarebbe in• franto cd essa ne avrebbe preso li posto. Ma polchè essa è semplice• mente un surrogato temporaneo, un semplice aspctlo, sotlo dir• ferente forma, della guerra, questo errcttivo surrogato è quasi csat• tamcnte proporzionato alle forze a1"mate che gli stanno dietro. Quando essa fallisce è Immediato il ricorso alla tecnica mili– tare, che ne è stato il braccio sottilmente velato. Una diplomazia che fosse l'espressione di forze popolari democratiche e che avesse delle manifestazioni non statali, non sarebbe arratto diplomazia. Non sarebbe mollo diversa dai carri ferroviari o dalle commissioni educalive che si mandano da un paese all'altro a scopo costruttivo e raz.ionale. Lo Staio, agendo come ideale dlplomatlco-milltare è eternamente in guerra •· • Non può essere pienamente compreso che la guerra è una fun– zione dj Stali, e non di nazioni. essendo essa la principale funzione dello Stato. La guerra è qualche cosa cÌi veramente artificiale: essa non è l'esplosione Ingenua e spontanea di una «mandria» battaglie– ra; essa non è ciò che prima era la religione formale. La guerra non potrebbe esislere senza Istituzioni militari e le lstlluzloni mili– tari non possono esistere senzli un'organizzazione di Staio. La guer. ra ha una tradizione immemorabile ed un eredità, soltanto perchè lo Stato ha una lunga tradizione ed eredità. Perchè guerra e Stato sono inseparabilmente e funzionalmente unili. Noi non possiamo predicare contro la guerra senz.a predicare lmpllcliamcnte contro lo Stato. E noi non possiamo aspettare o prendere delle misure per as– sicurare che questa guerra sia l'ultima, a meno che, nello stesso tempo, non prendiamo delle misure pcl" liquidare questo Stato nella sua forma tradizionale. Lo Stato non è la nazione, e lo Stato può essere modificato ed anche abolito nella sua forma presente, se·nza scalfire la nazione. Al contrarlo, tcrmJnata la dominazione dello Stato, le forze genuine cd una esistenza migliore saranuo sprigio– nate dalla nazione. La massiccia esistenza dello Stato in un sistema dJ Stati, significa che la nazione si trova sempre sotto un pericolo di guerra e di invasione, così come adoperare le energie per scopi militari, significa storpiare i processi produllivi e la migliore esi– stenza della vita nazionale ». In vista di tutti i sentimenti sopra nominati dovremo noi conside;rare Bour– nc un anarchico, un pacifista, anarchico e pacifista insieme, o nè l'uno nè l'altro? E' ovvio che egJj ha un odio genuino sia per lo Sta•o che per la guerra, ma, in qualche modo, ho l'impressione che egli non era pronto a rimpiazzare il primo con la libertà, o, l'ultimo, con l'amore. 103 Anan:hy n, 31 - settembri!. 1963, pa1•. 26S-269). IL W. MORTOX 112

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