Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

Camilla Berneri c1a91.19311 « 1~~r;~o~;~·m:~:. :i l; t:r: :~ d : le ed il forte, la bellezza dell'uomo che nma In giustizia più dell'esistema. tutto ciò che fu la prima passione della mia vitr, e:,, mi ha fotto -:,offrire pdma di ~ono.;;c::rc l'omore e che mi ha fatto vi– vere ur.n esistenza diversa da quella de!– lu maggior parte degli uommi, tutto ciò verrà alla superficie de! mio animo col fascino d'un peccato, con l'insistenza d'un rimorso ed oUora sarò malato di nostal- Cosi scrive Berneri dalla Prison de Fo· resi alla companna: che la vita non è :;ol– ta'1tOqualcosa di vit.:ile e di biologico, ben sì di morale e di ti!osofico: ma anche que– sto è il suo drammn che ne costituisce la sua grandezza e. contemporaneamente, il suo rischio, e che conferisce alla sua an– sici la gioia e, contemporanee.!llente. la pena della sua lotta quotidinn::i. Il pensie– ro è un lavoro del solitario: ~ l'accordo avviene sempre intorno all'uomo che cer– ca di intendersi con se stesso. Niente lo intimidisce, nè lo farà tace– te, consapevole che la cultura lavora per l'emancipazione del pensiero e non già per il suo asservimento. J suoi occhi si volgono su un vasto campo di miseria. convinto che le più pericolose menzogne sono quelle che hanno di più la parven– za di verità. Se la verità scoperta da uno ~ I 'enore riconosciuto da un altro di– venissero. ben presto, patrimonio comu– ne. cioè conoscenza e ragione:: di tutti. la natura con i suoi inaccessibili segreti si , sarebbe dischiusa agli uomini f quali non dovrebbero più lottare, ma raccogliere i frutti. Berneri. che pur non era un individuali– sta, ma sapeva riconoscere il valore del– l'individuo, fu, dalle sue prime lotte sino alla sua tragic2 morte -- pet come rileva l'amico Mascii - un osser.-atore costan– te di se stesso, che mett8va continua– mente in dubbio le sue azioni e le sue o– pere e che si chiedeva se doveva dedi– carsi di più all'attività di militante anzichè agli studi. Ma forse il valore e lo scopo della vita non sono tanto riçorosamente condizionati dalla libertà e che questa non deve essere sacrificata ad alcuna considerazione utilitaria. Egli lavorava, insegnava a s'istruiva senza soste. La sua mente, il suo ani– mo ed il mondo che lo circondava, era– no ricchi di tesori che bisogr,.ctva scoprire uno dopo l'altro. Questa misteriosa ed eterna bellezza, velata di musica, di co– lori e di forme infinite, eppi;;e invisibile, come era possente sugli esseri e come li rendeva più teneri ed umani! Dovunque, r.elle lotte e r.31 suo esilio 3enw fine. nelle carceri d'Europa, egli ha portato la coscienza della libertà negli spi– riti sino ;;id allora limitati. La sua vita, co– me la suc1opera. fu instancabilmente va– ria. li suo pensiero non tradì la marcia superbe::della sua volontà. Tutta la sua o– pera è come fissata ad un macigno in cui risalta rudemente. Egli proJusse con l'ab– bondanza dei terreni fertili, abbondanza di qualità. La sua voce fu profonda ed a– spra. Non sapeva sfuggire a! dubbio dolo– roso, troppo integro per piegare, troppo nobile per abbassarsi. Poichè, se il fon– do del suo cuore è puro e buono. la sua mente fu sempre tormentatn. dal minimo soffio. "Sul rnondo v'è sempre una piog- 113

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