Volontà - anno XV- n.11 - novembre 1962

mo<lo che ama,·a sempre mollo pii1 il rice• ,·ere che dare. 11 popolo fu sempre Giacomo Buonuomo! Oggi, infioc, si vogliono lngliare gli ,1Jti. mi legami che allacciano ancora lo Stato nlla chiesa; e con ragione, poichè non è forse cosa ri,licola clic noi, liberi pensatori, si dchba ancora e sempre slipendi11rc l'isli• tur.ione ccclesiaslica che ha per scopo d·in• segnare agli uomini di non pensare libere• mc111e? Non è forse ridicolo che l!i acco– modino le anime a spese dello S11110,<1uan• do se ,·oglio nccomodare le suole delle mie scarpe, non tro,·o in ncMuna parte un call.olnio n tal uo1,o salarialo dallo Stato? Mi scmhra dunque che basterebbe o <1ue.,lo proposito un piccolo progetto di legge, il cui unico articolo ,licessc <.1>SÌ: La ripara• :ione <lefle suole clcll"(ll1ima semi d'ora in ;10i fatta a spese di clii r1e fa uso. Tanto è seri1plice che pare una 8Ciocehc~ ,m. ma 1u verità è sempre semplice. Lo Stato col suo imperalh•o: lii devi. e la chiesa col suo: lu farai, violentano la ragione munno, cd nmbcduc non possono for nitro che allc,·arc schiavi che obbedi• sc11110.e non gli uomini liberi che noi ,le.,idcriamo. La separar.ione ,!ella chiesa dallo 11tato. è la miglior solu1.io11ed'una questione diffi– cile per tulli e due. Per lo Stato, perchè noo v'è ragione che esso 1lia dei privilegi a questa che a quella 11ssocia1.ione; ma soprattullo lo è per In chiesa. Quando una chicsn non può esistere semm l'ah1to e il sussidio dello Staio, si ha diritto di dire che di eMa non c'è gran bisogno: e 11c bisogno di una chiesa c'è, allora i auoi membri tlcbhono avere sempre mezr.i ba• stonti per monlcncl'!Cla da sé. t una que– stione di domanda e di offerta. Quando .,'è molla gente che ,•uole una chiC58, quel• In ric~ce sem1>re in modo aufficie11te a so– stenerla. Da noi, in Olanda, ci si imhalte s1)Cll!!O in pastori c,·nngclici molto liberali; e nv,•icue che nelle grandi chiese ai ra– <lu11inola domenica ap1lCna mm ci1111uantina o un ccntinnio di persone. Ciò vuol dire. che sen:i:n l'aiuto dello Stato queste chiese non durerebbero molto. Il loro sos1cgno è adunque tullo artificinle; e non vale m'!1>· pure la pena che esse esistano. Non può esseni richiesta di una chiesa liberale, dal mo1oento che la sua offerta non rende nulla. Una delle due: o ,,j è bisogno di nna chiesa e allora (!UC!laesisterà in ogni modll (pensate olle a,11ichc comunità cristiane ,lei primi tempi della nostra Cra), oppure que• sto bisogno 11011esiste, ma allora 1B ~ua esistc111.a t! artificiale. e un legame fra lei e lo Stato non hn ragione d'csislere. rcrò .se noi siomo liberi pe11satori, ciò 11011 ,·imi dire che comballiamo soht1nto i pregi udir.i religiosi; noi llobbiamo combat• tere tulli i 1>rcgiudizi, compresi quelli sul lerrcno 1,oliti<..-0.morale e sociale. Vi t! un Jjbro assai i.struuivo di Max Nordau. Le mcn:ogne co11i;en:ionali. Ebbe• ne, dopo aver parlalo della menzogna reli– giosa. egli vn piÌI lontano e parla della men1.og11a monarchica e aristocratica, delln menzogna politica. Io ,·oglio aggiungen•i In menzogna dello Staio. Io ho già detto che il secondo oslncolo del progresso è lo S111to,che s'incarica di agire per noi e che fa <li noi altrcllanti slnunenti dclln Stil\ ,·olo11tà. Ebbene, biso– gna unche che la nostra lolla sia diretta contro 1o Stato. Lo Staio è una 1,01cn1.a,una fon:a con• scrl'8trice come la chiesa. Tuui Hppiamo che cosa è la burocrazia; è la funzione dello Stato, o meglio, lo Stato in funzione. Eua e l'arresto e la morte di ogni inir.iati– ''n, ciò che i frauccsi chiamano la routine. 613

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