Volontà - anno XV- n.11 - novembre 1962

Qumido un affare è in mano della buro– crazia esso è perdulo senza picta. Eppure 11ucsta burocrnzin <livet1la semprn piì1 pO• lente nel nostro tempo; invece che a d~en• !rare, clovu11que vediamo lo temlenzn n l'Cntralizzare, e, possiamo dirlo senza téma ili essere co11tradde1ti, oggi la potenza dello Srn10 è molto più forte <li prima, per esem– pio di ,·enticim1uc anni addietro. Invece di 1111 esercito solo, ora ue abbiamo due, 11uello dei soldati e quello dei foruiionari di Staio. E d1e cosa lo Staio pretende dai suoi sud- 1liti? Che siano docili, obbedienli e quintli che non si ribellino mni. Ebhcnc, conoscete \•oi uno potcnzo pii, forte, più indipendente, piìi rivoluzion:iria del pensiero? Il pcosiero - e non sarebbe necessario aggiungere In parola libero, !)Cl· <'hè le due cose, pensiero e liherlà, 80110 inseparabili, il primo avendo per concezione ne<:cssaria la seconda - no11si ferma orni, non conOS<:cfrontiere e ngisce ,li continuo, senza riposo. La chiesa e lo Stato riposano l'uno e l'altro sul principio d'aulorilà; cd il pensiero invece non riconO!lce alcuna auto• rità esteriore e ci insegna che l'uomo è la solo autorilà su sè stesso. Chi non riconosce una Potenza soprannaturale come sorgente e principio clcll'autorità, prcslo si sbarazza 1lcll'idca di un padrone terreslrc. Ecco per• cl1é '3 co11~eguenza inevitabile del libero pensiero è rncchius:i nel motto: Nè Dio, nè padrone. Tcutiomo un po' di dare qunlche <lefi– nizìonc. - Che cos'è la libertà? che cos'è l'llutorità? Tn qu1u1to ella libertà io non conOS<:o una definizione pii'.1chiaro e precisa di quel1a ed inunutabilc. In ellre parole: Un oggetto è libero se esiste 11er la necessità delle sua nalurn e se dirige egli steuo le sue azioni; nl conlrario un oggetto 11011 è in aleun m0<fo libero se le ~un esistenze e le sue azioni dipendono inlernnJente e co11tinuamente da un altro. Intendete bene: il contraslo è fra due motti, da sé 3teuo e <fo 1m altro. Dun11ue ciò che ogni es.sere pensante de– sidera poMCJere è la libertà che permetta di sviluppare la nostra ìnclivi1lualitil in tutta la sua cs1rnnsione; ma 1lal momento clic egli nspirn o questa libertà per sé stesso, deve collaborare a che non si i1npe<lisca od alcun altro la sod<lisfozionc ,li 11ues10hisogno vitale. La mia libertà personale ho per corollorio (ft1elln <legli ahri. Lungi th1ll'cs..oere limite o negazione alln mio lihcrrà, la libertà degli altri è la condizio11e necessaria, anzi la cooformo della libertà mia. Al con- 1.rerio la schiavi1l1 degli altri uomini mette una barriera olla mia libertà. Potrebbe del resto un indi,·iduo pensante essere soddisfai• to, pur avendo tulle le libertà, per la sua persona, <1ua1Hlo los.se ellorniato da schiavi? A mc sembra impossibile. E che cos'è l'autoritil? Autorità suppone potere, possesso dei mezzi 1>crobbligare gli nitri n fare ciò che si vuole che essi faccia• no. Dunque il possesso ed il 11otcrc sono condizioni necessarie alla autorità. E que– sto potere è una forza non intellettuale, non morale, bensì una forza hrulalc, e cioè l'imposizione agli altri della prop,in volontil con fo violenza. del fìlosoCo Spinoza nella sua « Etica it: Lo Staio è un istituto e1nincntementc di Tale oggetto è libero, che esiste per la violenza, JJerehè colui che non vuole ohbe- neecssilÌI. della sua natura cd è definito da dire alle sue leggi è punito con l'ammenda, se ste,so per agire; necessario al contrario col carcere e perfino la morte. Dunque lo o meglio coallo è l'oggetto che è definito da Stato è una istituzione direttamente t,-On- u1t altro per esistere ed agire in modo fisso traria al libero pensiero, perchè pretende 614

RkJQdWJsaXNoZXIy