Volontà - anno XV- n.7 - luglio 1962

(l'umanesimo classico è essenziaJ. mente aristocraticismo; l'umanesimo cattolico vuole l'uomo schiavo del dogma; l'umanesimo sociale riduce l'uomo a schiavo dello Stato ecc.), non è abbastanza dire che l'essenza dell'anarchismo è la libertà come metodo e come 6ne? In questa a(– fermazione non è già implicito quel « mondo umano » che si vuole a fon– damento dell'anarchismo? Con ciò ho terminato il mio in– Lervcnto, cm.ne si vede, piì1 per enunciazioni che per dimoslrazioni; ma essendo fra i primi ad in1erve– uirc ho voluto offrire agli nitri che interverranno materiali di critica, riservandomi, se sarà necessario, di replicare. P. R. Il INTERVENTO: l) Anche 1,cr me l'anarchismo è una filosofia, ma non solLanlo c1ue– sta. La filosofia non giustifica da sè l'azione di chicchessia e degli anar• chici in particolare. Per me è un prisma o un poliedro in cui si ri– trova anche e necessariamente l'a• spetto filosofico, dal momento che cs~o anarchismo diventa dominio cd rlaborazione del pensiero. La ragio– ne, e in particolare la convinzione razionale, non è che un momento ac– cessorio ccl eventuale dell'azione che è determinala, in ultima istanza, dalla sfora psico-morale, ovvero dal sentimento. In particolare, l'auar– chii-mo è il livello psico-morale del– l'individuo umano che ha raggiunta la maturità sociale (di convivenza arr.nonica), avendo superato l'egoi– smo primitivo e trovandosi situato al centro di una risonanza di sim– patia con i suoi simili. Pertanto, l'anarchismo, prima che una filoi:;ofia, è un metodo filosofico, che si richiama, senza pregiudizi, senza dogmi e senza riserve, alla realtà, per scoprirvi tutta Ja verità e tutta la possibilità della libertà, cioè l'autenticità dell'u.onw, ovvero le <e leggi » dell'armonia con sè (equilibrio interiore) e con i suoi si– mili (società). È. la filosofia 1>er cc– cellcn:r.n o per an1onomnsia, twenclo per oggeuo finale << il benessere ne). la verità "· Quella pos6ibilità è l'anarchia. L'anarchismo è infine l'atlo ,,ra– tico per realizzare quella possibilità. 2) Pcrchè proprio Godwin, Bn– kunin, Kropotkin e Proudhon e non piuttosto tutti i teoretici anarchici debbano fornire una base speculati– va e didascalica del ('Oncctto di li– bertà? Tuuavia, la mia ris1,osta è positiva. Positiva nel senso che quei quattro « grandi », ma non soltanto loro, fondano snfficientcmente In ra– dice concettuale ed effettuale della libertà. E potremmo aggiungere che ogni anarchico per il solo fatto di essere tale contribuisce alla formu– lazione cd esplici1azione e dimostra– zione dell'idea e del fatto della Ji. bcrtà. Secondo lo scrivenle per un anar• chico, il pensiero dei « classici >> scr- 409

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