Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

sita nel mez:i:odel Rio de la Pla1a, e l'entrala in funzione aUa Presidenza di José-Maria Guido, presidente del Senato, in seguilo od una procedura in cui la Costituzione e la legge - sebbene in\'Ocate a più riprese dai comandanti delle fone armate el1e determi• n11rono queslo mutamento - vennero evi• dcntemente misconosciute cd « interpretate li il piìi possibile. Primo di giungere a que5ta conclusione, Frondizi tentò djsperntamentc di salrnre il suo posto, r_icommdo a metodi spesso speri– mentati e che consis10110uel fare non importa quale concessione ed o gettare tutta la zo– ,·orra n~essaria; ma invano questa ,·oha. Una delle prime cose che egli fece in tal senso fu di tlecrclare il controllo da parte del potere centrale delle cinque principali province do,·e i peronisti a,·cvano trionfato, ciò che, di latto, significava nnoullare le elezioni ed il ,·erdetto popolare. lo seguito dello annullamento divenne ufficiale. Allo inizio si credette che tali misure fossero state imposte dai militari, ma in seguito Frondizi riconobbe di a,·ere accettato questi • i11tcrventi •• con «dolore•• e come un • ricorso eroico per salvare lo legalità •; me– glio dire che egli aveva fatto deUe conces– sioni per potere continuore a consen•are una parvenza di potere. Si poteva sperare che siwili eresie dnl punto di vista legale e democratico avreb– bero prodo110 una violenta reo:i:ioneJ>Opolare, per lo meno da parte del settore o dei settori <!olpili dalla misura, In realtà non si verificò nulla. Il candidato ele110 come governato-re della pro,•incia di Buenos Ayres, Andn5s Frnmini, concretizzò tutta la reazione di cui erano <!apaci le masse peroniste, andando a sciogliere le 11ue lngrime presso Monsignor Caggiano, cardinale primate d'Argentina che acquistò una certa popolaritÌI per il suo atrano intervento nel confiiuo che era esploso uellc Ccrrovie alcun miesi prima. Dopo, lo sleMO Frondizi andò a 11iangcre più lon– tano: inviò diveni telegrammi nl Papa, 366 all'O.E.A., alle Nazioni Unite, protestandc contro l'ingiustizia di cui era stato vittima; contegno que5to per nulla edificante da parte di uu nazionalista arrabbiato, aUcato dei comunisti e di altri marxisti. Ci fu uno sciopero generale decretato dal nucleo dirigente delle « 62 Organi::a:fo11i • e che ebbe luogo il 23 marzo, ma esso fu il più inoffensivo dei mo,•imenti fomentati da questo gruppo di dirigenti peronisti. Occorre sottolinenrc che 11rccetlcntemente la questione era stata posta alla commissione provvisoria della C.G.T. che aveva deciso all'unanimità, con l'accordo dei peronisti, di non ordinare alcun arresto del hworo per ragioni tattiche. Il contegno frazionisia dei « 62 • mise in evidenza che la massa clet• torale, la quale aveva votato in fa,•ore dei peroni.sii, non 11vevain alcun modo un sia pur minimo spirito eombatti,·o. E quelle organizzazioni che aderirono allo sciopero - il quale si estese principnlmente agli stt'lbi– limenti industriali deUa grande Buenos. Ayres - vi pnrteeiparono in modo passi,·o e seuza alcun entusiasmo. Ferrovieri, open.i tipografi, impiegati di commercio e molli altri Javoruono normalmente; ciò fece sì che lo sciopero passasse praticamente inos– servato. Queslo tolse oaluralmente ogni significato alla minaccia dei dirigenti peronisti di sca– tenare uno sciopero a tempo indeterminato se il 1 ° maggio il go,·erno non 1wesse ri– lllC!SO loro il potere nelle province nelle qu:ili avC\·ano ottenuto la maggiornnza. Contraslando con la pll!Sività della massa peroniata, la crisi acquistò una ccrla acu– tezza negli ambienti go,·emalivi e militari. Una serie completa di intrighi, tli riunioni notturne, di combinazioni varie, prolungò l'attesa nazionale ed internazionale per 11iù di una settilllann. La questione che si po– neva non era un nuo,•o cambiamento di minislri o la rettifico di un t>rogramma di governo, ma qucUa di sapere se Frondizi doveva reslare o meno nl potere. Era evi~

RkJQdWJsaXNoZXIy