Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

Un convegno contro r ateismo N E L M .: s E di settembre dello scorso anno si è svolto nello « Aloisianum » di Gallarate il XVI Coll\'egno dei filosofi cristiani. Il tema in causa era « L'ateismo n. Ar– gomento senza dubbio di attualità e che desta un certo interesse anche per il pensiero anarchico. Numerosi i relatori, in buona par• te insegnanti in varie Unh•ersitii. ita• liane e straniere. Le argomentazioni contro l'atei– smo !urono naturalmente 1rat1a1e con finezza e con calma filosofica; anzi in più punti con una certa obiet– tività, circa le inquietanti ragioni che talvolta possono avere gli uomi– ni" nel rinnegare l'esistenza Dio. Ed è naturale che in un certo senso si era forzati ad una simile pacatezza e ad una ceri& obie11i,,i1à: una con– dotta da Sant'Uffizio sarebbe stata ben poco producente verso a mon• do della cultura Si tea; mondo che, semmai, vuol essere convinto, ma mai minaccialo da decreli inquisi– toriali. Difatti le ragioni.base del conve– vegno erano le seguenti: 1 « Vi sono spesso motivi particolari per cui gli atei rigettano Dio, 1>erciò occorre osservare: I) nella sua intima pro• fondità Puomo è aperto all 1 Infinito, ha un'apertura infinita verso l'Infì. nito, ma s1>essonella noslra vita re• 1 Citiamo dalla rìvi!ta cattolica « La Rocca " della « Pro Civitalc Christiann• di Auisì l'\. 18. 1961. 340 gistriamo il concetto di Dio ad un essere limitato e finito; gli ahri ri• gettano Dio perchè vedono in noi una contraddizione alla esigenza io• finita interiore; 2) alcuni respingono Dio in nome della libertà, occorre dimostrare loro come l'esigenza as– soluta costituisce la libertà, e l'uomo tanto più svilu1>pa la libertà quanto pi altua questa esigenza assoluta; 3) gli atei negano Dio pcrchè spesso i nostri argomenti non sono condoni con sufficiente serietà filosofica, oc• corre la massima criticità e severità di procedimento; 4) non si deve porre la trascendenza come distrug• gitricc dei valori terreni, occorre ,·i• vere una giusta immanenza per rin• forzare la trascendenza; 5) bisogna l'ivere radicalmente l'esistenza di Dio, ri1.uanere (edeli all'esigenza di Assoluto che costituisce l'uomo; di• struggere in noi l'ateismo nascosto per vincere l'ateismo aperto degli altri ». Rileviamo ch:è psicologicarnenlc interessante il comma 5; << distrug– gere in noi l'ateismo nascosto per \'ineere l'ateismo aperto degli altri >,, significa, in ultima analisi, che non esistono possibilità di ,•ittoria asso– luta da 1>artedei deisti. D'altra parte il « concetto di Dio ad un essere Jj. mitato e finito », non solo è psicolo– gicamenle inevitabile per l'uomo comune (cioè il raffigurarsi Plnfi– nito sotto forma umana e assiso su di un trono, giustiziere buono e im• 1>lacabile ad un 1em1>0)ma lo è pure

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