Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

per il credente ricco di. cultura, e io fondo per la stessa Chiesa in ge– nere, in <tuanto <1uesta basa tutta la sua forza spirituale sulla figura del Cristo, psicologicamente e sim– bolicamenle capitale, insostituibile in quanto si concretizza in qualcosa di afferrabile - anche se sussistono dubbi storici - come lo è Maometto per i mussulmani e il Budda per gli orientali. L'infinito è una tavola di salvezza per i leologi, ma si traila di una zatlcra che può sorreggere chiun– que, anche gli stessi atei; così come in campo scientifico l'infinito rin– forza il pensiero matematico. Si trai• ta però di una tavola che ci fa pe– renncmenlc galleggi'.are, senza alcuua speranza di (aria approdare nem– meno in una squallida isola. Affrontare il problema dell'esisten• za di Dio nel campo dell'infinito è un'eterna fatica da Sisifo, sia per i teOlogi come per gli atei; ed altrct• tanto eterne ed inutili saranno le discussioni che scaturiscono ,la una simile impostazione. Dimostrare l'esistenza di Dio è fatica vana e in un certo senso anche un pò comica; ma lo è pure In pre– tesa di dimostrarne l'inesistenza. Dimostrare, in senso tecnico e filoso• fìco, ha il significato implicito di porre l'intelligenza umana .mperiore all'oggetto da dimostrare; così come si dimostra effettivamente superiore, cioè che sa dominare il tema trat– tato, quando ad esempio si dimostra un teorema matematico. Ma in cam– po religioso è qualcosa di assurdo da parte del teologo porsi al di sopra di Dio, cioè dominarlo. I teologi più accorti conoscono bene, nel loro in• timo, questo scoglio insuperabile; luttavia, da un lato, sanno di avere un certo vantaggio sull'ateo. Si traila di un vantaggio, per così dire di pura prospettiva, in <tuanto l'ateo de– ve dannarsi ad una scalata scieuti– ficn senza fine ( poiehè se l'Universo è infinito - oppure << finito ma sen– za limiti » come si è espresso Ein– stein - naluralmcntc illimitate sono pure le cognizioni che sareb– bero necessarie per dcscri,,ere la sua totalità dinamica cd esistenziale) mentre il teologo si accontenta di galleggiare nell'infinito. Alla religio– ne preme la zaltera in sè e per sè; l'ateismo, invece, è consapevole clic galleggiare in eterno non ha nessuno scopo, c tuttavia può fare ben poco di fronte all'infinità dell'universo 2 • Il teologo sorride un pò beffardo, anche se non riesce a liberare com– pletamento il suo animo da ogni dubbio; e l'ateo rimane costante• mente inquieto, poichè l'istinto lo avverte che l'infinito è più una trap– pola che una liberazione. 11 famoso psicologo C. G. lung, non credente e scomparso da poco, sostenc,,a che il << concetto di Dio ,, sarà sempre una necessità 1< pura– mente psicologica >>; cioè nel senso di dare una certa ragione al mistèro delJa vita. Però tale concetto de\'e essere assolutamente libero da ogni dogma e non può avallare nessuna casta. e nessuna gerarchia. Comun– que, 1>eril celebre psicologo svizzero, il problema dell'esistenza di Dio non ha più ragione d'esistere: è assolu– tamente un problema senza senso, sia per i teologi come per gli atei. 2 t curioso rilevare d1e nemmeuo in campo puramente matematico è possibile dimoslrore l'infinilo; poichè non esi11e un ul,imo numero finito dopo del quale segua un numero infinilo.

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