Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

per la Patria potrà essere costruito domani, e quello al Milite Ignoto tro\'erà facilmente il suo posto a Nuova Delhi. Ne ho d'altronde intravisto il luogo, passando. C'è da restare in pensiero quando si guarda alle prospettive di pace o di educazione alla pace in paesi dove è fiorita la non ,•iolcnza e che furono terra di pionieri quali Gandhi. Quanto al Presidente della Repubblica, egli è generale in capo delle forze annale. Il Dr. Rajendra Prnsad fu un tempo, prima della elezione a Presidente, prima ancora della dichiarazione di indipendenza, un membro del ''"'.R.I. Mi ricordo di aver assistito a una riunione del Consiglio Inter– nazionale del W.R.I. al quale egli era presente. Ho chiesto poco dopo all'ufficio di Enfield di radiarlo dai nostri, avendolo visto, su un foto• reportage, passare in rivista le truppe indiane in occasione di un anniver– sario qualsiasi. Di più, ho protestato contro il fotto che egli stesso non lo avesse deciso per dignità. In effetti, per essere un discepolo di Gandhi, si è comportato - mi sembra - piuttosto paradossalmenlc. Ma i tempi sono cambiati e, in un colloquio che si è tenuto in India, il presidente H.ajendra Prasad ha sostenuto la necessità - vista la situa• zionc mondiale e l'evoluzione dello spirito dei popoli - di prevedere uno stato di difesa di fatto, imperniato sulle armi e la ,•iolenza, all'oppos10 di <111el che portava nel cuore. Questo dualismo è condiviso da molti e, fìnchè durerà, non c'è nessuna speranza di veder progredire lo spirito di pace che dovrebbe nascere dalla non violenza e dal disarmo unilaterale, pietra di paragone di og·ni premessa al disarmo generale. Nell'assemblea tenuta a Nuova Delhi per discutere la non violenza, sapienti venuti dai quattro angoli della terra si sono dilungati a precisare tutte le sottigliezze 4el problema. Anche il Presidente della Repubblica dell'India ha svolto lo stesso tema e dichiarato in sostanza che l'India non aveva avuto il coraggio di proclamare che - a differenza degli nitri Stati - essa faceva a meno della forza militare. Aggiungeva pertanto che, avendo avuto il privilegio di ricevere l'insegnamento di Gandhi, deplorava che l'India non avesse il coraggio di lanciarsi iu questa eroica avventura. Ma egli, cosiddetto discepolo cli Gandhi, che cosa {a per portare l'India suUa strada del disanuo totale e unilaterale? Si offriva al mondo una occasione. Un paese aveva svoho per anni, per secoli, un insegnamento non violento, ed ecco che, messo di fronte a delle responsabilità morali, i suoi capi esitano e accettano, come tutti gli uomini di Stato, di servire il militarismo: « Noi non possiamo disar– mare; il 1>0poloche noi rappresentiamo non è forte abbastanza per questo. Noi abbiamo dunque il dovere di creare e rendere forte un esercito "~ Soluzione di comodo, dettata dalla pressione delle condizioni esistenti. Perchè invece non scegliere la strada dell'educazione alla non violenza, della resistenza alla violenza con altri metodi che non quelli usati da sempre? A che serve la sathyag:raha? lnhtnto il Paudhit Nehru ha dichiarato in varie occasioni che nessun 33R

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