Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

possiamo costruire il tempio della prosperità e della cultura oel nostro paese. Vorrei assicurare tutti i popoli che non desideriamo niente più che di com1acrarci in pace alla realizzazione di questo compito stol'ico e spe– riamo ardentemente che le altre nazioni consacreranno anch'esse le loro energie e le loro risorse ai fini creativi della vita ». Discorso che può slUpire, mn discorso sernpiternamentc uguale e truf• raldi110 1 come tutti i messaggi di capi di Stato pronunciati in occasione di un grande fatto storico del loro paese. Oggi più che mai bisogna con– trobattere e denunciare questa corsa agli armamenti al quale Io Stato indiano partecipa con lebbre straordinaria: non poteva essere altrimenti, perchè nessuno S1a10 può rifiutarsi di entrare in <1uesta ronda in(ernale; si trova obbligato a gettarvisi e proprio a causa delle strutture economiche e politiche. Purlrop1>0 le masse si lasciano sempre trascinare nel gioco di crucsti slognns cuciti col filo bianco. La reahà è ben altra: dietro la lacciaia si nasconde Io spirito di violenza inerente allo Stato. Un pacifista integrale non può tacere questa proiezione 011deggian1e di un pensiero che non deve soffrire la minima concessione. Ecco dunque l'India arrivala a questa svolta lragica. Per sopravvivere, questo nuovo Stato, che ha conquistato la sua indipendenza con mc.r,zi non violeuli ( è quel che si , 1 uole ripeterci all'infinito), deve ora di(endcrsi sia all'interno che all'esterno· con una organizzazione annata di terra di mare e dell'aria. In1reccio di contraddizioni che non può non lasciar pensieroso ogni spirito libero e pacifista. Sono passati solo dicci anni da che quelle cose sono siate delle, e, se nel 1961 ci accostiamo alla reallà, siamo costretti a constatare che la militarizzazione è in sensibile progresso. Le strade che portano a tali imbrogli sono sempre le stesse. Lo stiamo verificando una voha di 1>iù. Come in tulti gli altri stati, somme Canlastichc sono iscritte alla voce de1lc spese mili!ari. Sono miliardi e questa corsa folle agli armamenti non (a che aumentare. Si arriverà a livelli vertiginosi, contro cui il buon se11so urta dispe– ratamente. In correlazione con questi avvcnimcnli, si assiste alle dichiarazioni più assurde per un nuovo Stato che ha appena raggiunto l'indipendenza. Eccolo pronto a volare con le sue forze armale in soccorso della 1>acce libertà nltn1i. Lo si ritrova disposto a ristabilire l'ordine nel Cachemire, a lottare per la liber1à dei Coreani - (fUali? - a evitare scontri rra Egitto e Israele; ieri in Indocina, oggi nel Congo ex belga, dove vuole inviare tru1lpc e riversare una eccedenza di 1>opohtzione con una emigrazione massiccia e interessata. Tutto questo è ridicolo, stupido, ma denoto una situazione s))iriluale tale che non hn nienle in comune con la non violenza lauto oslenlata o col pacifismo affermalo con magniloquenza: perchè, intatti, l'cscrcilo in lndia si è riorganizzalo 11ll 1 i11domuni stesso delPinJipendcnza e se la ca• 336

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