Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

Quale è r avvenire dell'uomo?. e I s o No vari modi cli immagi- nare la fine dell'umanità. 1n pri– mo luogo, possinn10 supporre che la specie si spenga spontaneamente. Quanti organismi - animali o ve– getali - vissuti sulla Terra, oggi non esistono pili che allo stato di fossili! In verità non sembra che ull'uo– mo sin riservata questa sorte. l bio– logi sono concordi nel rilenerc che le specie si estingano non per mi– steriosi processi di senilità, ma per razione di cause positive e ben definite ... Ora pare che nessun es– sere vivente - tra <1uanti gli sono contemporanei - 1>ossa seriamente compromettere il ruturo dell'uomo. Privo di grandi mezzi fisici, ma il– Imninnto dallo spirito, l'uomo non teme né le bch•c, né i to1>i, né le miriadi di inselli ,•araci e prolifici, e neppure l'iJ1finitamente 1>icoolo - microbi e « virus », pur cosi i11- sidiosi ma ai qunli il suo genio ha saputo opporre difese scm1>re pili efficaci. Lievi mutamen1 i sono bastati per ricavare, da lonrnni ascendenli me• • Ci 1iamo permt'Ui di riprodurre da /,,a Stampa (Torino, 21-3-1961) questo bel– l'ar1icolo di Jean RoS111nd,il 11ii1 illuslre biologo frnnce!C e scriuore di prcsligio mon• diale, che ammoniM:e con la conq>ete ,11.ae la &enJibilitÌi che gli aono 1>roprie, quare il pericolo t.he più minattia I' umanita. (•.d. R.). no dotati, l'homo sapiens; perchè a nostra volta, ed i_nvir1l1 delle me– desime cause che ci hanno genera• to, non potremmo dar vita ad un «animale» nuovo, l'homo sapie11• 1ior o melant,opo? Alcuni biologi prevedono questo superamento na– turale dell'essere umano; negariw formalmente la 1>ossibilità sarebbe incsulto. f:: indubbio che non ab– biamo mai B5sistito alla nascita di una specie , 1 cramcn1e nuova; ma quali iuCormazioui abbia1uo dagli albori del mondo? Sup1>oniamo pu– re che la vita, da allora, 11011 sin cambiata: siamo davvero sicuri clw non muterà di nuovo 1>er effello di una circostanza imprevista? L'i- 1>oletico S111>cruomoche ne deri\'e• rebbc, cht> cosa farebbe dell'uomo? Ci soppri mcrcbbe? Ci tollerereb– be? Ci renderebbe schiavi? Possiamo immaginare che sia lo uomo stesso, e non la natura, a « creare» il metantropo che gli succederà. Questo su1>eruomo arti– ficiale dovrebbe la \'ila o ad un mutamento del patrimonio eredita– rio contenuto nelle cellule germi• uali, o ad' una modifica introdoua nell'organismo. Già fin d'ora, noi siamo in grado di provocare, a vo– lontà, dei mutamenti genetici 501· toponenclo il seme ad agenti fisici o chimici: i raggi X ed il radium 50110 fattori potenti di mutazione, ma provocano variazioni impreve• dibili e per di pila corrompouo e 267

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