Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

Annotazioni di attualità ladlelro non al fora.a e o N I L "fallimento della conte. renza al vertice si diffuse da Parigi una gelida folata che fece rabbrividire il mondo e lo foce ri– parlare di guerra fredda. Ne parla– no taluni con maldissimulata com– piacenza, e son coloro che seguiva– no recalcitranti le alterne fasi del– la distensione, altri con sincero sgo– mento come di un pericolo da evi– tare ed al quale bisogna opporre resistenza - e son quelle for-.1:e -che nella distensione vedevano la pos– sibilità di nuove soluzioni politiche. Il ritorno alle minacce nei discorsi degli uomini di stato, il rispolve• ramento di vecchie mitologie poli– tiche e di vecchie parole d'ordine contro presunti pericoli riecheggia– no infatti quei rumori di guerra che dopo l'ultimo conflillo ci hanno as– sillato per tanti. anni. Tuttavia parlare di un ritorno al– la guerra fredda significa dare un'i– dea _falsa della situazione, quando si pensi che più di una poli1iea es– sa fu quasi un regime di rap1>orti intemazionaH o perlomeno una po– li1 ica connaturai.a ad u.na situa.1,ione di annichilimento politico cd econo– mico oggi pienament.e superato in tutti i settori del mondo. La guer– ra fredda fu inlaui una politica di disciplina degli stati minori subor– dinati alle due grandi potenze usci– te dalla guerra con il primato mili– tare ed economico e che si erano po- 422 ate in posizione di reciproco anta– gonismo. Corse uso di chiamarla politica dei blocchi ma i veri pro– tagonisti erano soltanto la potenza russa e quella americana attorno al– le quali era il vuoto, il d'eserto del– la depressione lasciato dalla guerra in cui si mo,•evano soltanto govemi obbedienti che chiedevano soltanto di essere difesi e popoli affamati che chiedevano aiuti. Fu così che le due grandi potenze poterono in– staurare quella specie di fronte che fu appunto quello della guerra fred– da, quegli opposti sistemi politici e militari in cui gli stati minori gravi– iano attorno ad essi come satelliti. Mentre in campo internazionale ,;i praticava il massimo ossequio alle centrali di Mosca e di Washington, in campo intemo tutte le esigenze nazionali o sociali dovevano essere subordinate a quelle che in politica estera dellavano le potenze impe– rialiste. La vita interna delle nazio– ni restava compressa, schiacciata nella tenaglia delle grandi rivalità imperialiste e non solo le esigenze sociali del popolo venivano eluse~ ma anche gli egoismi nazionali ed economici delle classi dirigenti clo– ve\lano sollostare alle superiori ir.n– posizioni delle grandi centrali del mondo. Era questo il regime della ruerra fredda, il quale non precipi– tuudo nella catast ro!e per la quale era organizzato fini per trasformar– si in un equilibrio forzato, in una specie di immobilismo politico del

RkJQdWJsaXNoZXIy