Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

orientamento generale della 1iubblico::io11e, Ebb-ene noi gli r1$pondiamo che, per il ri. 3pello che abbiamo di noi 3teui e d&i no• ,tri lettori, abbiamo il diriuo da' $Ceglkre gli scritti che ci sembrano migliori e cl,e contengono if!ee sane e fermenti di libertii, Una pubblico::iorie a11arcliica11011 rin11ega ìl 3uo carattere libertario rifiutando la pub– blica.::io11e d,' lunghe, &lrane e i11com;luden, li tromcioni; ri/iutand-0, per esempio, di pubblicare scriui che potrebbero esaltare idee o credi autoritari che lrovano gii, una lorghi.ssi'ma diffusione, per ,i grandi me.::.::i elle han1103empre a disposi::io11e, i bandi– tori d1' tali id~. Le pubblica.::ioni anarchiclae si presenta• no per quello che sono, quindi non ingan• nano 11euuno. Sono me"e in1ieme con il 3acri'/icio rii modesti lavoratori e sarebbe ri&icolo cl1e di que&to sacrificio ne nppro/il· 1asscro dei nostri nemici o dei gro/omnni. Per quello che è invece dìscmsi'oni tra « di. versi», ma « d ,iver.si • aninwti dal no.Siro sle.sso anelito di libertà e di giu.stì.::1'0, ab• biamo doto prot:o di volerle e di cercarle. Se quella sul tema « Est.OtJoe.st. • ,; è c/ifo. ao appena -inì.::lotovuol dire cJ,e eua non ho SUKÌlato l' inteN?.$.$eche i red4uori di VolonlÌI sperova,w. Ed è stato meglio chiu. ,lerla piut10S10 che alimentarla arrificioMI. mente. Il divorzio Nel n, 3 di Polontà nella rubrica • Pc&:t:i del nostro mo111lo » do110 che l'autore di ule serino ha dato il numero dei mn1ri– moni ei,•ili e religiosi celebrati, aggiunge: « Ma atteuaione! Noi non siamo per il di– ''oraio ». Domando il perchè. Su ques10 piano, siete allora d'acconlo con i preti che ai oppongono al di\·on:io. òli astengo dal par• lare dei benelìei, della libertà e giustizia eontcnuti nel divorzio e dcll'ingius1izia e dei drammi che si perpetuano là dove il di\'onJio 11011 esiste. Voi dite: « Sinmo sempliecmen1e eon1ro il matrimonio •· C:ampa e:a"nllo ehe l'erba ere1ee. Siarno contro tutto: la proprietà, la legge, l'escrci10, la guerra, le taue, ecc., ma con il nostro « eo111ro,. 11011 (aceiamo niente. Oggi vi\'iamo nel 1960 e il mondo, le persone sono quello che aono, ed il re– gime AOcialeed economieo è quello che è. Come anarchici 11011c'è ragione d'essere :indifferenti ,•erso coloro che eombanono 1ier uua particella di libertà, qunl'è il cfi. von:io che i J)reli non vogliono uon 110lo per loro ma anche per i non-eauoliei. Al malrimonio, fino n pr0\'ft eontr,aria, non ei si può sottrarre, se non si \'UOI l'i,•ere fuori della società o ae non ai è salariati. Parigi, giugno 1950. L. G. Ci swpiSC-O c/1e L. C. ci cl,ieda percl1è 1iamo co11tro il divor.::io. Noi siamo per l'un1'011e libera e quindi lasciamo che per il ditJor.::io 1i balturio coloro cl1e uogUono maritencre i,i. vita il malrim<mio. E' que.,to u110 grande incon&ruen:a. La «ente .,i "Po"o, cioè accelta cerle !eg&i,e poi a:140/e andare contro le leggi, quando ne co11sta10&li s1Janto1si ed i danni. Perchè non i&norare queste legsi ehe $tabi[i.,eono vincoli cl,e non ,i pouono poi, come in Italia, spe:;::are.oppure si sciolgono con di/• ficoltà e con molte ,pese ancl,e là dove il divor.::io esiste? Certo è as.surdo dare valiclità pe,rpellla al matrimo11io e volerlo COn$er1Joreanche 1111a11do so110 venuti a mo11cure i malitJl ofJe1tivi e morali per cui euo era stato con– cluso. Il divor.::io dotJrebbc esistere ov11n- 111i,e esiste il matrimo,do, ma ,il divor.::io rappresenta ,mo aistcma.::io11etic/la fami– glia pilÌ eh.e altro dal loto legale, Drammi e tragedi.e ve ne sono moltissimi anche ltì dotJe il divor:io è praticato. Non è, 1',ivece, da 011arcl1icoaccettare CO· slum-i aolo percliè /011110parte della socie• tà da secoli e secoli. La 10ciel{Ì, da sempre, ha pro&redilo per il rifiuto cl,e e stato /alto tli tulio quello che i11eua tJi era di ingiu– do e M$Urtlo. E solo co11ti'ttuamlo in questo rifiuto e opponendo modi di co11vivcn.::apilÌ liberi o quelli esislenti, essa polrÙ awn.::are sul cammino della civiltà. 4i7

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