Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

e di Gioacchino Dolci su Milano, durante il quale la città fu inonda– ta da manifesti antifascisti; quello del poeta Lauro De Bosis su Ro– ma per lanciarvi 400.000 manifesti invitanti il Re a scindere le pro– prie responsabilità d'al regime fa– scista, volo che fu pii1 sfortunato del precedente perchè, nel viaggio di ritorno, aereo e pilota scompar– vero nel Tirreno; il processo di Ferdinando De Rosa a Bnixelles, per il suo attentato contro il prin– cipe ereditario italiano che, per le testimonianze degli uomini pii1 rap– presentativi dell'antifascismo (Sal– vemini, Raffaele Rossetti, medaglia d'oro e affondatore della Viribus Unitis, Nitti, Marion Rosselli, Nen• ni ecc.) si trasformò in un processo contro il regime fascista: il proces– so in Svizzera contro Bassanesi e Dolci il cui aereo,. nel viaggio di ritorno d'al volo di Milano era ca– duto in territorio svizzero e quin– di vi era stata violazione del terri• torio della Repubblica Elvetica. Ed onche altri processi: contro l'am1r– chico Bonomini che aveva ucciso a Parigi il giomnlista Bonservizi, ge– rarca fascista; contro Di Modugno che a,•e,•a ucciso il viceconsole 1 ar– dini che pii, volte si era rifiutato di intercedere presso le autorità italia– ne per far espatriare In moglie e il figlio dell'uccisore; contro Alvise Pavan che aveva ucciso la spia Sa– vorelli, furono ocensioni per demm– ciarc dalle aule d'Assise le tristi con~ dizioni di illibertà in cui si trovava il popolo italiano ed i metodi in– fami di cui si serviva Mussolini con– tro i suoi oppositori. Ma, nonostante questi episodi, nonostante che la maggior parte degli antifascisti affrontasse con di– gnitit la vita difficile di esiliati; 448 nonostante le coraggiose iniziative degli uomini che. dopo a,•er con– d'otto con felice esito la fuga da Li– pari di Rosselli, Lussu e F. F. Nit• ti, costituirono il gruppo di Giusti– zia e Libertà, nonostante che Salve– mini con le sue opere di storico, di giornalista e la sua eccezionale personalità, oltre ad onorare l'anti• fascismo, illuminasse anche l'opi– nione pubblica straniero, non pote– vano gli antifascisti sentirsi soddi– sfatti. Troppo poco influivano sugli avvenimenti che si svolgevano al di là clelle Alpi. Spesso, anzi, molti si dice,,ano che sarebbe stato me– glio rimanere tutti in Italia, pur sapendo che sarebbero anelati a popolare le carceri e le isole. Al– meno nel proprio paese, avreb– bero rappresentato una protesta più concreta e pii1 operante e non a– vrebbero 1>erduto la nozione esatta d'ella realtà italiana. (In un viag• gio che feci in Italia nel 1936 potei rendermi conto del distacco che e– sisteva tra l'immagine che ci face– vamo della situazione italiana all'e– stero e quella reale. Anche la pro– paganda dei migliori giornali che si pubblicavano all'estero non ade– riva alla situazione vera del popo– lo italiano). Eppure non si può di– re che gli esponenti dell'antifasci– smo all'estero non si fossero dati da fare. Aldo Garosci in Storia dei fuoni– sciti1 fa proprio la storia di questo gruppo di antiiascisti e di quella dei partiti di sinistra che si erano tutti ricostituiti dopo che nel 1926 erano stati soppressi in Italia, ma ha anche l'onestà di avvertire che si trattava dl « stati maggiori incer• 1 Ediz. Laterz:1, Bari 1953.

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