Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

La crisi della civiltà Eei8te una crisi della civiltà? Q V u N Q u E se ne parla e nei consessi politici come in quelli culturali al di là delle vicende e d'el– le difficoltà in cui si dibattono i go– verni sj accusano i sistemi e i prin– cipi che reggono la società moderna. Vi sono coloro che danno una va– lidità etica alla scissione del mondo nei due blocchi politici che si con– trappongono e per costoro la crisi ri– siede nella presenza della non civil– tà che insidia l'avvenire d'el mondo civile al quale essi appartengono materialmente o anche solo ideal– mente. Per costoro il superamento della crisi è nella sconfitta della non civiltà e l'estendersi in tutto il mon– do del sistema economico e sociale <·h'essi ritengono civile. Vi sono invece coloro che hanno della civiltà una visione unitaria ed accomunano i due sistemi nella cri– tica più generale alla società indu– striale ed accentratrice indicando la crisi nelle forze catastrofiche e di an– nichilimento umano che in essa souo in atto. Per costoro non esistono tut– tora formule chiare e possibilità con– crete di superamento e rimangono perciò irretiti in una problematica senza uscita, nell'amletismo e nella solitudine. Queste correnti critiche che si di– ramano dalle èlites politiche e cul– turali si congiungono con un senso generale di sfiducia, di malessere e qualche volta di angoscia che sale dalla vita dei popoli e conferisce al .. la crisi della civiltà proclamata da tutti i pulpiti un significato vivo e quasi tangibile. Eppure se volessimo limitare il nostro sguardo obiettivo all'aspetto economico e sociale del– l'odierna civiltà nelle sue dimensio– ni univc.rsali, cercheremmo invano i segni dell'odierna civiltà nelle sue dimensioni universali, cercheremmo invano i segni della presunta crisi. Dalla seconda guerra mondiale essa è uscita rivelando risorse insospetta– te di ripresa e di sviluppo cd oggi nel versante occidentale come in quello orientale della civiltà siamo in presenza di un poderoso processo di perfezionamento tecnico, di svi– luppo produttivo e di espansione e– conomica. Sopratutto, al di ]à della politica di potenza e della minac– ciosa rivalità di poteri, essa può van– tare l'assenza di forze sovvertitrici, di una <'ritica e di una :forza rivolu– zionaria che insidi le basi dei suoi ordinamenti; al di fuori d'ella con• tesa dei poteri e degli ordinamenti costituiti non v'è altra alternativa. Le difficoltà in cui si dibattono go• vemi e classi dirigenti sono difficol– tà che nascgno appunto dallo svilup– po tecnico ccl economico, problemi di crci:tita e non di decad'enza, crisi di ricambio delle forze dirigenti. Nella società occidentale sono le for. ze economiche dello stato che è giunto a controllare la concorrenza privata scongiurandone le crisi ri– correnti e tentando di dare maggior 357

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