Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

cattolici della c.:lassedomina11te 1·oglion conferire al problema scola!tico; ma, dato che i maggiori mtaroli per la ri.solu:=ioucd<>llei.5ta~:~ scola~tich': sono appunto frappa.di da codeste for=e retrive ed. os~11rantisticl1e, st puo concludere che le aspirazioni, conten11,tenella Cost1.t11zw,w, per uno scuola ri,111.ovota. e rinnovatrice, resteranno allo stadio di aspirazione e di u.topi• smo se ,wn si riuscirà ad imporre delle soluzioni raclicali, che, abolenclo il confessionalisnw e partendo dal ba.,so, riesca,w a mobilitare l'opinione generale st, questo tormentato problema dell'educazione pubblica. Innan:.i tutto andrebbe ribadito, spiegato, propagandato il pri,u;i. pio della sruola per tutti, di un.o sruola rlie no11.consolidi il privilegio cu.ltttrale di cla.,.,;c (l'nristonazia dei ccrve1li), che .,ia luica (Il laicismo ((non è una donrina -- ha 1writt.n Guido Calogero 1 - ma un atteggia. mento morale rispetto ad ogni possibile dottrina. ]o sono laico non in quanto vedo le cose in cerio modo, rna in quanto mi sforzo di tener conio anche del modo come vedono gli altri »). Poi andrebbe affrontato il pro• blema dell'analfabetismo; specie quello esistente nelle regioni dell'Italia .Meridio,wle, ot·e la piaga deU'ig1wrc111zaco,u;ente di consolidare posizioni egemoniche di ,·lassi e certi ben couosriuti atteggiamenti sociali, di fronte ai quali la naturale depressione dei luogf1i fa da srem1rio alla mi~eria ed allo squallore culturale; andrebbe ciffrontato il problema degli in-~egnanti, quello delle aule scolastiche, cioi• andrebbero affront.ati i problemi che, non riguarda,w .,oltanto la /1111:.ionalitàclella scuofo, ma <Juelli Mrutturali dei programmi, dell'indiri:=:=odidaui,·o. <Juellodei testi scolastici, etc. In-somma bisognerebbe porwre l'interesse sui seguenti problemi ba• 3ici per w1, sano rinnovamento scolastico: sull'autonomia della scuola pub• blica, attraverso la riforma del Consiglio di classe, e del Consiglio scolastico provinciale, il quale dovrebbe sostituire i Provveditorati; sull'abolizione dei centri didatlici, i quali ,wn rappresenlano davvero lo stru.men.to di ag• giornamento e di prepara:=ione degli i,t-SPgn.anti,ma sono organi propagan• distici del partito dominante; sulla istituzione da parte dei Comuni. dei doposcuola per adulti; sulla libertà degli insegnanti; sull'abolizione dell'in• .segnamento religioso; sull'inserimento clell'educa:ione !fC!suale; sull'aro• pliamento del carattere scientifico.professionale; sull'abolizione del nozio-– nismo enciclopedico, in cui la memoria e la erudi::::ion.evengono contrab• bandate per cultura; sulla restituzione delle !fcuole materne ad insegnanti non confessionali; .sull'abolizione dei contribu,ti ad enti religiosi, che cu• rano i ben r..onosciuti corsi di addestramento; sull'affidamento ad organi non con/essWnali e non indu-!ftriali dell'istru:ione professionale, etc. Come ogmmo può osservare, il problema scolastico in Italia si presenta complesso e difficile, ma bisognerà pure affrontarlo, dopo questi cento anni di sta!i e di sopore. I tecnici della scuola, i pedagogisti, gli uomini– liberi dovrebbero farne il problema essenziale della loro esi.5tenza. Da una san-a e libera istruzione .,çcolastica !fCaturisce lo sviluppo della società, il progresso, la rivilrà, e <1uindi tu ,t.ti quei beni collett.ivi cl,e la cultura com• porta. GIUSEPPE ROSE 1 li Mondo del 25-11-1958. 356

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