Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

Non vi è che un rimedio per i mali derivanti do. una libertà uppcna conquistutn, e queslo rimedio è lo.libertà. Quando un prigioniero lascia la sua cella per la pri– ma volta, non può sopportare la luce del giorno; non può distinguere i colori o riconoscere le figure. Mu il rimedio non è quello di rinviarlo nella snn cella; bi– sogna abituarlo ai raggi del sole. Lo splendore della ve– rità e della libertà può abbagliare e sconvolgere dap• prinrn Je nazioni che sono diventate mezze cieche nella casa di servitl1. Ma che continuino a guardarlo in laccia ed esse si troveranno presto nelle condizioni di soppor• tarlo. ln pochi anni gli uomini imparano a ragionare. L'estrema violenza delle opinioni si calma. Le teorie opposte si correggono rcciprocnmcntc. Gli clcrncnli spnr• si della verità incomincinno u fondersi, e un sistemo di giustizia e di ordine finisce per uf:.cire dal caos. Varie politiche del nos1ro tempo hanno l'abi1udinc di istituire a principio, come una verità e,,idente, che nes– sun popolo non deve essere libero prima di essere in condizioni di s,1pct8i ben scn•ire della propria libertà. Qucsla massimu è degna di quel pazzo di vecchio conte che decise di non gettarsi in o.equa 6nchè non avesse sa– puto nuotare. Se gli uoiniui debbono attendere la libertà fino n quando In schinvitì, non li ha resi saggi e virtuosi, potranno attendere e1rr11umcnte. Tuo.,u ... UAIJINCTO'i" MACAULSY, (1800-1859) da: Sauio su MUton.. uo numero lire ee■ la

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