Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

verra impiegato il notevole « tem– po libero >> che resterà a disposizio– ne delle masse lavoratrici. Riguard'o all'aspetto economico sociale rileviamo subito un fatto im• portante: il mondo del lavoro è giunto alle soglie dell'automazione con un fardello di problemi, già ap– partenenti a11e vecchie strutture tee• nico-produttive, non ancora risolti. Basta pensare ai diversi decenni di disoccupazione cronica propria di di– versi paesi; e se l'automazione si av– vicina già con un impressionante preavviso circa la possibilità di vaste masse disoccupate, figuriamoci quali saranno le conseguenze se il suo do– n•inio si affermerà su basi già pre• carie. Tuttavia, a voler essere pure otti– misti verso tale problema, cioè am– mettendo, come abbiamo già accen– nato, una risoluzione abbastanza ra– zionale, si presenta lo stesso altret– tanl(l minac-cioso l'altro volio del problema. Supponendo che le spe– se giornaliere possano venir coper– te con sole quattro ore di lavoro, co– me verrà impiegata la rimanenza della giornata? S'intende che, ovviamente, non si tratta di stabilire un post-lavoro standar(lizzato per grandi gruppi u– mani; il problema verte principal. mente sul fatto che le lunghe ore di ozio non finiscano per infiacchire e degradare del tutto l'homo-faber. In altri termini: il tempo Jibero può es– sere impiegato in modi diversi, pur– chè non riescano dannosi al corpo e allo spirito; ed a proposito si sono già svolte numerose conferenze su questo tema. Le varie Chiese, ad e• sempio, sono tra le prime ad occu– parsi di tale problema. Il pensiero comunista, su coteste preoccnpazioni, non è tanto inquie– to. Anzi se il primo aspetto del pro– blema, quello economico-sociale, a– vrà una risoluzione prevalentemente comunista, il problema del tempo libero si risolverà quasi automatica– mente: vale a dire che con un lavo– ro cd un adeguato salario assicurato per tutti, il tempo libero verrà senz'altro integrato con azioni sicu– ramente non deprimenti, o comun– que innocue sia per lo spirito quan– to per il corpo; e questo come ri• flesso o conseguenza delle stesse strutture economiche, stando ai principi fondamentali del marxismo. Vi è una certa verità; o perlome– no - indipendentemente da ogni i– deologia - è ragionevole pensare che il problema del tempo libero sarà certo meno inquietante quando è preceduto da buone condizioni e– C'onomi.che, invece che riflesso su va– sti campi di disoccupazione o co– munque su gravi squilibri econo• mico.sociali. E' però lecito supporre C'he una dittatura comunista, per il sno sLes– so carattere, anche per tale pro– blema avrà una soluzione piutto• sto unilaterale. Il tono o il senso del tempo libero verrà certamente accordato su temi d'obbligo, su di– rettive o su orientazioni le qnali, in definitiva, finiranno coll'assume– re un carattere parallelo, nel suo spirito, alla stessa ideologia politi– ca, o addiritura una vera e propria pressione sostanzialmente giuridica. D'altronde è risaputo che. certi be– nefici o progressi effettivamente rea– lizzali dal comunismo, quasi sem– pre si compenetrano nel classico simbolo della medaglia: hanno, cioè, il loro rovescio. Così il fatto, ad esempio, che lo studente durante 395

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