Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

ché la statistica, in sé, sia una scien– za difettosa; ma perchè la sua e– spressione, per così dire, è pura– mente d'indicazione numerica. La grande complessità dei rappor– ti eeo11omico-soeiali non può essere valutata dal semplice numero, in quanto tale; necessita naturalmen– te di r.ltre importauti integrazioni e di varia natura. La vera statisticu non è una sem pi ice .. wmma, ma una integrazione di varii fauori. Ed ave– va ragione un noto ed intelligente attore comico di qualche decennio fa, Ettore Petrolini, c1uando defini– va la statistica come « quella cos~ che se il mio padrone mangia due polli, cd io nulla, la statistica con– ferma che abbiamo mangiato un pol– lo a testa ... )). Con queslo non intendiamo di i– ronizzare per partilo preso su di un metodo scientifico d'altronde utilis– simo: è solo per far notare che la slatistica, quando non è razional– mente adoperata, può benissimo rendersi complice involontaria di molti livellamenti economico-socia– li, i quali sembrano avere tutta l'a– ria di una verità, ma in fondo non sono che inganno, o perlomeno de– formano il vero significato dei fatti. Così - in altro campo, ma sem– pre in rapporto al fattore economia– lavoro - sappiamo che sollo un l'egime comunista il lavoro, in ulti– ma analisi, non fa che obbedire ad un vero e proprio capitalismo di stato; e dal lato opposto - nel co– sidetto >l mondo libero » - quando si combatte il comunismo, non si comprende che in realtà un partico– lare comunismo è già in atto anche nella civiltà che definiamo occiden– tale. Se, ad esempio, chiedessimo ad 394 un azionista della Edison o della .Montecatini: « per favore, ci mostri qual'è la dinamo, il chilometraggio di fili ad alta tensione o lu partita di solfato di rame che sono di sua proprietà ... )), ci osserverebbe stu– pito o con uno sguardo com- 1rn;;;;sionevolc. Perciò nelle frequen– ti lotte trn un mondo e l'altro - quello libero e quello comunista - che. purtroppo possono assume- re il carattere cli guerra sacra o som– mamente ideale - in definitiva non è che si sia tremendamente preoccu– pati circa un cambiamento sostanzia– le di struttura economica: in realtà si teme solo il << cambio della guar– dia )), uno spostamento di dominio da una data classe ad un'altra; poi– chè que11i che poi dovranno vera– mente lavorare, per dirla alla buo– na, saranno <( sempre quelli»; e la disparità tra quello che si è offerto e quello che si è avuto sarà sempre cospicua. Nel mondo del lavoro incomin– cia a profilarsi un problema molto s~rio: quali saranno le conseguen– ze di una struttura tecnica in gran parte automatica, cioè come influirà I' automazione nel mondo dell' eco– nomia e delle masse umane in quan– to entità lavoratrici? Il problema si presenta sollo due ~~petti, entrambi importanti e gra– vidi d'incognite: uno esenzialmente economico-sociale, l'altro di cara1te– re morale e spirituale. Al primo a– spetto si collegano possibili1à cli cri– si gravissime, e sopratutto lo spettro di una eccezionale disoccupazione. Al secondo aspetto - anche ammet– tendo risolto più o meno felicemen– te il primo - si profila una grave in.quietudine, circa il modo come

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