Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

re un paragone tra l' enorme diffe– renza di condizione economica-uma– na esistente tra lo stato del lavorato– re odierno e le inlelicissime condizio– ni che furono proprie dei lavo.ratori del passato. Rilevano volentieri che, nonostante lo sfruttamento delle classi dominanti, è evidente un 110- tevole progresso. Sarà stato pregno di lotte e lento nella sua evoluzio– ne, ma in fine il lavoro finì col di– venire vittorioso, o perlomeno ha a– vuto il sopravvento una certa razio– nalitii di distribuzione e di compen– so, indipendentemente da qualsiasi ideologia che eventualmente avesse accompagnato gli sforzi di emanci– pazione. Tale rilievo se lo si prende nel suo significato relativo, indubbiamente è giustificato; ma se lo si valuta nel suo valore assoluto, cioè con un sen· so specificatamente matematico, non modifica di molto In sostanza dello sfruuamento in sè. Certo che se il lavoro medioevale aveva un indice di produzione a li– vello, poniamo, 10, e un indice di compenso l, il lavoratore odierno ha certamente un compenso mille volte più grande, ma produce anche diecimila volte di più del lavoro an– tico; e questo pure indipendenLe– mente dalla potenza demografica, (·ioè come effettiva capacità produt– tiva d'ei due fattori uomo e tecnica. Perciò il rapporto essenzialmente matematico, circa il rapporto lavoro– compenso, non si scosta molto da quello che dominava l'economia del passato. Ripetiamo: il fatto che il lavora– tore abbia una casa confortevole, e sia pure anche l'automobile, non vuol dire, in senso assoluto, che il lavoratore riceva la sua giusta quota compensativa. E' certamente una condizione migliore di tante altre, nessuno lo nega, e tuttavia non rie– sce a far obliare l'immenso « plus– valore >> che viene incamerato dai dominatori, Basta pensare che con l"cnorme quota che va dall' cc altra parte>), ogni tanto possiamo permet– terci l'infelicissimo lusso di sostene• re lunghe guerre annientatrici, valu– tabili non a livello di miliardi, ma nddiriltura a trilioni in valuta pre• giata. 1 Senza naturalmente contare le vittime umane, che queste, benin– teso, non hanno alcuna importanza economica. Tullo questo, naturalmente, trat– to ed alimentato dalle inesauribili energie del lavoro, dalle forze in– determinate dell'animale Homo - << questo sconosciuto >)- che le varie teorie economiche sono convinte di averlo bene analizzato o sicura– mente inquadrato in una razionale struttura economica: in realtà non hanno fatto altro che obbedire a i– stinti ed a interessi di classe piì.1 o meno occulti; talvolta forse anche in bnona fede, comunque con note– voli errori di valutazione o di pro– spettiva. Riguardo al valore delle statisti– che - come metodo infallibile circa i giudizi e le valutazioni che si pos– sono dare al dinamismo ed al le con– dizioni economico-sociali di un da– to tempo - sappiamo che tale va– lore è soggetto a cauzioni. Non per- 1 E' stato valutato che con le spese che hanno alimentata l'ultima grande guerra, ognl famiglia <l'Europa avrebbe potuto a– \'erc una casa di cinque locali più cento dollari .•• 393

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