Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

spie, questi tentativi non venissero scoperti. E" vero che Mussoli11i, che voleua rendere difficile la vita ai suoi ne– mici, spendeva proprio male il suo danaro coi servi che stipendiava al– l'es1ero. S1lie, agenti dell'Ovra, n• genli provoc;itori, spie che erano de• p:li cx-dissidenti fascisti, spie milita– ri costituivano un miscuglio di detri– ti umani che erano pronti a tradire anche il padrone che li pagava. Una spia per aver « credito >> presso gli antifascisti, cd essere quindi in con– dizione di poter svolgere il sno tri– ste e lurido compito, doveva, a vol– te, bruciarne un'altra. E' in questo ambiente maleodorante che la spia Savorelli, denunciata come tale dal– l'abietta spia Menapace, (u uccisa n Parigi, al Bd. Magenta, il 14 marzo 1928, dal repubblicano Alvise Pavnn che intendeva in quel modo lavarsi dei sospelli ('he potevano cadere su di lui per aver accettato, in buona fede, favori dall'ucciso. (E fugge in Svizzera con danari che gli dà Me– uapace; e dopo essere stato estradato in Francio, in prigione, a Fresnes, ri– ceverà maglie di lana da Menapace << perchè non senta il freddo del cnr– cere )>. Com'erano sensibili queste spie). Anche le spie militari facevano il doppio gioco all'estero. Per nascon– dere la loro vera attività e non cade– re in sospe110 della polizia del paese in cui agivano, si mescolavano agli antifascisti ed erano obbligati, mol– te volte, a rendere dei veri e propri servizi ai loro alleati di comodo. Era un ambiente nauseante, putrido co– me è quello di geni(' C'he si fa pagare prr forf' In ~pia; un ambiente in cui persino il nome di Garibaldi venne roinvolto, con il triste ruolo che eb- bf" un suo nipote, Ricciotti Garibal– di che riceveva contemporaneamente "'oldi dalla polizia francese ed italia• na e fu scoperto che i complotti che r>reparava non avevano altro scopo che mietere delle vittime tra gli an– tifascisti all'estero. Ma sul punto di arrestare i miei ricordi sono presa da uno scrupolo. Mi accorgo di avere messo l'accento sugli attentati anarchici e questo po– trebbe dar ragione a coloro che cre– dono che anarchico sia sinonimo di bomha. Se non avessi avuto paura cli dilungarmi troppo avrei ripro– dotto interamente il testamento di Michele Schirru, un nobile docu– mento che egli aveva affidato ad' un umico perchè era certo di non uscir vivo dalla sua impresa. (Ma era an– che sicuro cli « farcela )). La sua ulti. ma cartolina spedita da Roma il 31 gennaio era una riproduzione del Gallo morente del museo Capitolino e portava scritto« a presto ». La car– tolina arrivò al destinatario lo stes– so giorno in cui questi leggeva sui giomali la notizia dell'arresto rii Schirrn). « La libertà. egli dit•f', 1 11 nel suo tcstnmeuto, non .<ti può cnlpestare impunemente ... Il mio gesto non sa– rà delitto perchè riparazioni di cru– deltà senza numero e pre,·enzione di ,draf,!i ancora maggiori: 110,r .farà R.f• •tL\,<tinio percl,è volto contro una bel- 1·a cl,~ d'umano non /,a. d,e l'appa– renza: sarà un servizio reso alfr,. manità ed è dovere d'ogni uomo a– mante della libertà, d'ogni aruzrcl,i– co compierlo. ... Ai tiranni n.on si perdona, ,wn si deve dar t.regua mai. Facciamo riostro il motto del tiranno stesso: (t rendere la vita im,possilJtle ai ,w. 389

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