Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

zioni sociali - rispettabilissimi se• condo i criteri della gente benpen– sante - senza che le masse ne ab– biano beneficiato, e dato che questo ha prodotto una frattura che allo stato attuale sembra insanabile, tra il vertice e la cosidetta base, perchè ostinarvi a voler conquistare il po– tere.? Perchè non cercate di risusci– tare quello spirito pionieristico dei primi tempi del socialismo e dei movimenti operai? Pensate, quale rivoluzione acca– drebbe se In politica, anzichè essere fatta a lloma, nel Parlamento, o nei ristretti convegni dei Comitati Ccn• trali dei partiti a cui partecipano soltanto capi e sottocapi, si facesse tra la gente viva, che lavora e soffre, e si seminassero tra di essa quelle i– dee che orientano e spingono all'a– zione, e la si aiutasse a prendere CO• scienza dei propri diritti e la si so– stenesse nella sua volontà di libertà e di miglioramenti sociali cd econo– mici! E quanto anche i politici a. vrcbbero da imparare, quante utili c1-pPrienze 1mc-he per loro! Più nessuna propaganda dall'alto, per quanto masscicia ed abile fos– se, farebbe paura. Le masse, non più masse, capirebbero, infine, a di– stin~uere gli amici dai loro ne– mici». Ma fra i politici abituati, ormai, ad una vita che nulla ha da invidiare a quella borghese, nessuno pili ha la forza di ridiventare umile tra gli umili. E' molto più comodo credere, o fingere di credere, che anche il più piccolo problema tecnico-ammini– strativo di un qualsiasi piccolo co– mune d'Italia, pe.r essere risolto, debba prima in quadrarsi nell'insie– me di 1utta la politica nazionale, la <1uale a sua voha è strettamente lega- 3i8 1a alla politica dei due grandi e po• 1cnti Sati-guida antagonistici del mondo. Così il piccolo e semplice problema si complica e si fa astruso, e perciò sono necessari gli esegeti µolitici che lo interpretano e lo ri• solvcranno .... Con il tempo e la pa. glia maturano anche le nespole. Si può essere marxisti più di Marx ma non per questo ci si ricorda che l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi. Ma ritorniamo agli interrogativi dei nostri amici, altrimenti potrem– mo far credere che ci siamo sottrat– ti ad essi con una ritorsione che tale non è poicbè è un consiglio dato con sincerità a ct1i avre.m- 1110 potuto dnrt· un poco di lustro "ilando Lcon Blum che nel 1948, ricordandosi, forse, del la sua delu– dente esperienza governativa, scri,·e• va: « Non ho mai creduto che l'uso del potere o In partecipazione. al po– tere sia una situazione necessaria o normale per un partito socialista. Io credo che, anche se le circostanze frequentemente ci for.1.:ano a prende– re il potere, ciò resta l'eccezione, non la regola ». 1 Quanto a noi riconosciamo che nel mondo attuale nessuno dei metodi tradizionali d'azione dal basso pa– re valido. Non è solo la (orza dei nostri nemici che ci supera di molto, rna sono i veleni che costoro hanno seminato nel popolo che contrastano e rendono quasi impossibile il no· stro lavoro cd inserimento nella real. tà sociale. Ma ci rifiutiamo di accet. 1 Modem Rcview. New York, IV-V-1948, numero declicnlo nl problema « S11110 e So• cialisrno » .

RkJQdWJsaXNoZXIy