Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

Una rassegna delle forze della guerra A Q u I N o I e 1 unni dalla fme deJla guerra, viviamo in uno stato po- 1cuziale di guerra. E' un fatto al quale tulli ormai si sono as~uefatti e nl quale non ci si sente nrppure più di !"entirsi iudihrirnti, di prole'-t3rc- o nuche di pensare. E' un'assuefazione di tipo mentale, un'abitudine al « vi– vere pericolosamente >>: e non c'è dubbio che non sia vero quamlo si pensi che sulle nostre teste volano aerei carichi di mostruosi ordigni capaci di darci In morte e la distruzione in massa. Basta un nonnullu per fare s<:at• inrc il dispositivo di sgancio e la guerra è in atto. Lo i-forzo costanH· dl'i tecnici <lclla guerra è quello di ridurre i tempi neccssarii a scatenare l'in– ferno che hanno predisposto: e i tempi sono dell'ordine di minuti primi. Ma ogni secondo sembra rappresenrnre una conquista e5scuziale, almeno all'atto di distruggere giacchè quello della sopravvivenza non è cel'lo. AfTalto. Jn questo quadro che sembra inicrnnle, ma che è stato creato dall'uomo stesso, si situano due si~temi di guerra: quelli più terribili, i nudcari e quelli cosidetti «tradizionali», cioè le armi da fuoco che già conoscemmo sulla carne nell'ultima guerra. Che cosa rappresentino ancora <1uesti ultimi non è ben chfaro: armale d'occupazione o d'offesa? Non è facile appurarlo per chi non sia del mestiere - e noi per for– tuna non lo siamo afTauo -. E dubiLiamo che anche i militari non lo sap– piano. Forse gli occorrerebbe tma guerra vera per ottenere una verifica dcl– l'efTieacia rcshlna delle armi «tradizionali)). Ma san'i meglio restare nel dubbio. Quel che è certo è che queste armate rappresentino un coefficiente di for...:a all'interno 1>rima nncora che all'esterno. Chi riesce a mantenere e a mandare alle armi milioni di giovani gode di un potere che 5Ì rafTor✓.a proorio nel rim:.f'irf' a mantenere l'istituzione. Inoltre la smobilitazione generale, nell'ipotesi che gli armamenti tradizionali non servano pili a niente, creerebbe un scrio problema sociale e politico per rt!inserirc uf– ficiali, soldati - ma quc8IÌ meno perchè quando sono a casa devono la– vorare - un'intera cns1a insomma abituata da secoli a vivere una vita im– produttiva e a clctencrc una somma di potere assolutamente sproporzio– nla alle dimensioni della casta medesima. Oggi, c:onmnque, i-i 1rnrla di dii-armo, di proibizione degli <.':-perimenti nucleari - esclusa la Francia che con l'niulo dei tecnici tcclcschi, sta cer– f'ando affannosamente cli conquistarsi un ,,osticino nel « club degli ato• miei )) e pur di raggiungere quella sedia Dc Gaulle sorvola allegramente sui rischi a cui espone le popolazioni Africane e Europee, comprese quelle francesi -. La proposla cli Kruscioff in America di un disnnuo reso ne- 367

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