Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

c!eschi si saldava l'unione degli ul– timi principati che pensavano alle grandi guerre liberali dell'occidente contro la reazione orientale formata dall'Austria, Germania e Russia. Mentre la Spagna alimentava l'idea– le del liberalismo iberico e della se– cond'a Repubblica che si era cristal– lizzato nel 1870. In generale il vivo pensiero del vecchio mondo appariva, per la pri– ma volta, con un contenuto profon– damente sociale, di limiti sconosciu– ti sino allora. Portava con sè i lonta– ni ideUli del vero cristianesimo, i cui martiri avevano lasciato un sol– co nella storia e nel tempo. Veni– vano dalla stessa fonte dell'umanesi– mo e, passando sopra al1n super– bia scolastica, ponevano un sudario sulla dura coscienza di un mondo diviso da interessi bastardi che man- 1enevano lo struuamcnto dell'uomo sull'uomo. Era la conseguenza del– l'enciclopedismo che con la sua in– terpretazione della sociologia e dei problemi sociali, politici ed econo– mici, per la prima volta nel mondo, inseriva un vasto settore umano al torrente di sangue della società mo– derna, con soluzioni rivoluzionarie. La Internazionale esisteva gfa co– me aspirazione e come mezzo di u– nione delle forze che dovevano af– frontare i destini dell'Europa. Baku– nin non era ancora intervenuto .in forma diretta nei preparativi che diedero corpo, anni dopo, alla Asso– ciazione Internazionale dei Lavora– tori. Identificato con il pensiero cu– ropto, particolarmente tedesco e francese, in quel tempo, non era che uno dei pionieri più sicuri dell'idea– le che tuttavia, oggi, vive con le stesse ansie e finalità. Nemmeno Marx si era decido ad iclentificarsi 626 con quel progetto che vivev 0 a nella coscienza europea. Gli uomini com– promessi politicamente, Mazzini, Garibaldi, Cavour e Marx giuoca– vano ancora con il fuoco d'ella guer– ra in un'avventura che interessava solo la borghesia e la nobiltà e ri– maneva ai margini degli interessi della classe lavoratrice e della clas– se del pensiero più nobile dell'Eu– ropa. Sono cent'anni che le idee, sociali– ste, antiautoritarie, libertarie, anti– governative e rivoluzionarie vengono discusse in tutto il mondo. La divi– sione operata in seno all'a Prima Internazionale che poco dopo impo• se il proprio sigillo anticollabora– zionista borghese e politico, si man– tiene tuttavia sulla stessa linea di condotta. Il socialismo politico non ha voluto portare il suo potenzia– mento ideologico per la liberazione dell'uomo, bensì ha canalizzato la sua attività nel campo della politica e d'eJ potere. li suo riformismo lo portò ad insediarsi, già d'allora, in seno ai governi dei vari paesi, in Inghilterra, Austria, Germania, Sve– zia e Francia, per tl'Ovarsi dopo un secolo sullo stesso piano ascendente. In Belgio, in Australia e in diversi altri paesi, sia con lo stesso caratte– re, sia sotto la denominazione,di so– cialdemocrazia, la classe Javoratrice, dopo avere accettalo la lotta rivolu– zionaria nel 1848 per provocare la caduta de1la borghesia,, è passata per la pili amara delle delusioni. Il so• cialismo politico è diventato più ri• formista, più conservatore, più ne– mico della rivoluzione della stessa borghesia. Invece di spingere l'uo– mo aJla conquista dei suoi diritti, lo ha sottomesso, ne ha schiacciato il suo impulso con l'idea del potere~

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