Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

Il centenario della I Internazionale UN S E e o Lo la l' ideale della rivoluzione riunì gli spiriti de– gli uomini pii1 rappresentativi della Europa, e più tardi del mondo in– tero. Al calore delle teorie dissenzien– ti di Stirnc1· e di Proudhon, di iron– ie alle contese dei govcmi e del lo– ro comune denominatore di sfrut– tatori, il cuore libero dell' Europa prese a palpitare con nuovo vigore al contatto del nuovo rinascimento sociale che veniva ad allargare le basi della convivenza umana. In quei 1empi, le cli.verse inter– pretazioni del socialismo non ave- 1•ano ancora acquistato una figura <:oncreta, nè un contenuto posi1ivo e preciso. La rivoluzione compren– dewt, idealmente, tutte le forme del– l'inquietudine. Ma il mondo intero ignorava come e da dove sarebbe ,·enuta. Però la spinta rivoluziona– ria era di proporzioni tali e porta– ,,a in sè un numero così grande di angustie e di sofferenze secolari e 1>rofo1t<lamenteradicate, che nessu– no poteva negare la sua presenza. I poteri costituiti, in lotta tra di loro, 1-ieordavano i rivolgimenti del 1789 e del l 793 che avevano sfociato nel– la Comune del 1848. I combattenti che allora avevano ammainato le bancliere sull' ultima trincea, erano uomini con idee formate e lermamen– te convinti. E non si poteva trat– tarli come dei delinquenti comuni. Dietro loro e la loro figura re– filava il movimento rivoluzionario, l'insurrezione aperta, la sfida ai po– tenti. Benchè l'Associazione Internazio– nale dei Lavoratol'i avesse preso ta– le nome da quella grande riunione 1>nhblica che ebbe luogo a Londra il 22 luglio 1863, essa già viveva or• ganicamente nel linguaggio della rivoluzione, nella soliclarietì1, nella fraternità tra i lavoratori, le razze e i popoli del rnon<lo che, per la prima volta nella storia del geuero urna.no , f-i riconoscevano della stessa origine e maui1estavano la loro sim– patia per un'organizzazione che a– veva lo scopo di liberarli dalla schfa. vitìi. La voce dell'Internazionale era ascoltala eia lutti gli spiriti liberi; le sue idee rivcndica1i,•e e anti-mi• litariste sarebbero portatrici elci ri– sorgimento europeo. Sino allora i governi le avevano tollerate consi– derandole divagazioni roniautiche. Se osserviamo il panorama politi– co di quel momento, vediamo il na– zionalismo mazziniano l'assegnato ad una guerra nazionale i1aliana, (attu dal Piemoute e dalla Francia contro l'Austria, che porta alla su– premazia piemontese con i Savoia al potere e non alla Repubblica. La monarchia lancia Garibaldi su Na-· poli e sulla Sicilia ed occupa in tre anni lutta l'lialia, meno Venezia e Roma. I francesi alleati a Cavour, a Napoleone III e ai compagni repub– blicani e borghesi, ostacolano la li– berazione italiana. Da parte dei te• 625

RkJQdWJsaXNoZXIy